L’Aquila. In Abruzzo ci sarà un solo ospedale di secondo livello e la Regione sceglie Chieti e Pescara. L’atto programmatorio è già pronto e arriverà sul tavolo del ministero la prossima settimana. Ad impedire che Teramo e L’Aquila possano diventare anche loro le due metà di un secondo livello, così come era stato ipotizzato all’inizio, è sostanzialmente la distanza tra i due presidi ospedalieri che giova a favore di Pescara e Chieti. Il decreto sulla sanità parla chiaro: perché un ospedale possa essere classificato di secondo livello deve avere il percorso stroke (cioè quello dell’ictus, ovvero la neurochirurgia), quello cardiochirurgico e quello trauma, insieme, o almeno facilmente raggiungibili tra loro, come è nel caso appunto di Chieti (che ha la cardiochirurgia) e Pescara (che ha le neurochirurgia) che rientrano nella forbice dei quindici muniti di percorrenza l’uno dall’altro. La Regione, dunque, ha deciso: Chieti-Pescara sarà l’unico ospedale di secondo livello, mentre L’Aquila e Teramo, pur mantenendo le discipline attuali, saranno classificati di primo livello. Così come Lanciano, Vasto e Avezzano, anche se con prestazioni di servizi sensibilmente diverse. Nei capoluoghi di provincia che saranno di primo livello, infatti, resteranno 29 unità operative complesse (Uoc), mentre gli altri ospedali ne avranno di meno: ad Avezzano tra le 15 e le 16, a Lanciano e Vasto tra le 11 e le 12 Uoc. Ci saranno poi gli ospedali di base, anche questi differenziati per erogazione dei servizi: a Sulmona 5 Uoc, a Giulianova, Sant’Omero e Atri tra le 2 e le 4. Una sola unità operativa complessa (quella di Medicina), infine, sarà prevista nei due ospedali di zone disagiate e cioè Castel di Sangro e Penne.
In futuro si dovrà scegliere dove far congiungere le due metà, ovvero dove realizzare un unico ospedale regionale di secondo livello. Operazione affidata ad uno studio di fattibilità. Nel frattempo Chieti e Pescara dovranno condividere dei protocolli operativi: ruoli, competenze, modalità di trasporto, comunicazione dei dati clinici e della disponibilità di posti letto e training specifici di addestramento del personale perché conoscano risorse a attrezzature dei due presidi. Ma la scelta fatta dalla Regione rischia di provocare la solita guerra con il capoluogo spogliato e ferito nell’orgoglio. Per questo si sta ipotizzando per risarcire L’Aquila, di stabilire qui la sede della Asl unica, quando e se verrà fatta. Un ruolo amministrativo e politico, insomma, a compensazione della classificazione di secondo livello che sarà data a Chieti-Pescara. Anche nell’area metropolitana, tuttavia, si aprirà da qui a breve la questione dell’ospedale unico: il progetto Maltauro non è sufficiente infatti per ospitare i mille posti letto che servirebbero per servire tutto il bacino.