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“Un piano segreto nel centrodestra”. Le rivelazioni shock: “Marsilio sapeva tutto su caso Udc”. Dc denuncia la coalizione

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
19 Gennaio 2019
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Pescara. Lo psicodramma nel centrodestra arriva all’apoteosi. Quella che oramai assomiglia a un ibrido tra soap opera, fantapolitica e intrigo internazionale  sta assumendo dimensioni sempre più massicce. Si è arrivati a parlare addirittura di un piano segreto con il M5s  propinato all’Abruzzo dal Governo gialloverde. E alla fine si è arrivati a scoprire, secondo Cesa, che sulla vicenda dell’Udc il candidato presidente sapeva tutto e che quindi ci sarebbe una farsa nella farsa. Ma andiamo per gradi.

Marsilio sapeva tutto. “Lo avevo detto a lui e ai vertici di Forza Italia che nella lista dell’Udc erano stati inseriti Marianna Scoccia e Mario Olivieri”. E’ questa la rivelazione shock che lascia spiazzati. A farla non è uno qualsiasi, ma il parlamentare europeo e segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa. Una rivelazione che spiazza perché presupporrebbe che Marsilio stia facendo soltanto una messinscena,  che stia prendendo in giro tutti.  Poi Cesa passa all’autocommiserazione. “Il responsabile di quello che è accaduto sono io”, sostiene, “perché ho voluto la Scoccia in lista e ho voluto anche il senatore Marco Marsilio candidato presidente del Centrodestra”. Ma in questa situazione paradossale c’è addirittura spazio per i buoni propositi. “Da oggi si chiude la polemica”, sostiene Cesa, “con Marsilio ricomporremo la situazione e già ci siamo mossi in questo senso”. Poi lo scatto d’orgoglio che supera i sensi di colpa e il vittimismo iniziale: “sono orgoglioso di quello che ho fatto, e ci ho messo la faccia con convinzione”.

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Il Piano segreto per far vincere il M5s. Ma nel melodramma di ore  convulse c’è spazio anche  per scenari che  farebbero invidia alla sceneggiatura del celebre North by Northwest di Alfred Hitchcock. Le rivelazioni che l’onorevole Rotondi ha fatto hanno dell’incredibile. Secondo quanto  riferito, ci sarebbe da tempo un accordo tra i due partner di governo, Lega e 5 Stelle, per favorire il M5s in Abruzzo. Questa, sempre secondo l’ingarbugliata ragnatela  governativa, sarebbe la ragione per la quale il centrodestra ha scelto un candidato debole e non abruzzese. La rivelazione dell’onorevole Rotondi diventa ancora più  sconvolgente se si considera che comunque i voti del suo partito, l’Udc, vanno a sostegno del senatore Marsilio, che a sua volta  ha disdetto l’accordo di coalizione lo stesso giorno della presentazione delle liste. Insomma, parlare di caos è un eufemismo.

La soffiata. “Sono stato contattato qualche mese fa da amici giornalisti vicini ai Cinquestelle  e mi hanno detto: ‘vedrai che cercheranno una candidatura debole e lungo la strada faranno di tutto per renderla ancora più debole, perché i patti sono che l’Abruzzo deve andare ai Cinquestelle’. A rivelarlo  l’onorevole Rotondi che si sarebbe ricordato di queste parole dopo il colpo di scena  dell’estromissione dell’Udc dalla coalizione. “Quando si sono inventati questo psicodramma dei candidati dell’Udc mi sono ricordato questa cosa”, spiega Rotondi, “aveva ragione il giornalista ben informato, si vuole far perdere l’Abruzzo”.

Pronte le denunce della Dc. E non poteva mancare, in un caso che sembra un film di spionaggio, anche il ricorso al terzo potere. Rotondi ha infatti parlato di “atti pronti per i danni riguardanti quanto la coalizione ha fatto di illecito: avere pubblicato dei manifesti senza il simbolo della Democrazia Cristiana configura una serie di reati, una serie di danni che ovviamente non si esauriscono nel dibattito politico”. Spiegando però che l’ultima parola spetterà a Cesa perché i candidati sotto accusa sono dell’Udc.

La Scoccia e l’invidia per lei. In tutto ciò non manca anche il fattore umano, quello dei sentimenti e delle emozioni. Infatti secondo il sindaco di Prezza,  Marianna Scoccia, protagonista a tutto merito del caso  Udc, il veto nei suoi confronti sarebbe dettato “dall’invidia, dalla gelosia, dalla rabbia, dal rancore e dalla paura”. Sotto i riflettori un piano ben studiato (un’altro) architettato da un esponente politico della Valle Peligna che avrebbe osteggiato la sua candidatura  opponendosi in ogni modo per provocare la rottura all’interno della coalizione del centrodestra.

Cosa accadrà adesso? Niente. Messi da parte intrighi  internazionali, piani segreti, querele e presunti doppi giochi  rimarrà soltanto una cosa. Tanta confusione e tanta approssimazione che porterà qualche aiuto alle altre due coalizioni, ma soprattutto a quella di Legnini che sembra rimontare un ipotetico svantaggio iniziale semplicemente non facendo nulla, restando a guardare alla finestra. Il centrodestra, infatti, sembra in grado di lavorare da solo anche per gli avversari. @pietroguida

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