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Un abruzzese riporta in auge la fotografia del 1800, la storia di Alessandro e il progetto Fotograhahahph

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
16 Luglio 2014
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L’Aquila. Un abruzzese riporta in auge la fotografia del 1800. Si tratta di Alessandro Parente, marsicano, originario di Tagliacozzo, nella Marsica, che con il progetto Fotograhahahph sta diffondendo il sistema delle istantanee al collodio umido subito pronte. Nelle piazze di tutto il mondo ha fotografato e stampato davanti agli occhi dei clienti centinaia di foto, come un tempo.
La fotografia moderna si dirige repentinamente verso la estrema velocità e riproducibilità dell’immagine, puntando alla “perfezione” tecnica. Le tecniche antiche, invece, rappresentano il contrario: valorizzazione dell’imperfezione (sfocato, pelo sul negativo, impronte, taglio dell’immagine) e unicità o irriproducibilità della foto intesa come momento unico e quindi oggetto unico. Le tecniche di Ambrotipia e Ferrotipia sono applicazioni della fotografia risalenti alla fine del 1800, che sfruttano supporti come il ferro o il vetro per creare immagini in tiratura unica. Il progetto Le Fotograhahahph ripropone queste tecniche affinché non si estinguano. Per quanto riguarda la qualità, il ferrotipo permette di ottenere una profondità di bianco e nero decisamente superiore a qualunque stampa digitale. Ma il punto forte sarà sicuramente la poetica. Con il progetto le Fotograhahahph si punta a far riflettere sull’ attuale applicazione della fotografia, rivalorizzando le tecniche antiche. Le Fotograhahahph oltretutto fa leva sul fattore antichità per sfruttarne le potenzialità sceniche, con costumi, linguaggio e ovviamente mostrando l’utilizzo degli antichi banchi ottici.il progetto Fotograhahahph
Le fotograhahahph è uno spazio di ritratto fotografico stile fine 1800, offre un servizio di ritratto di famiglia o singolo con il supporto di antichi costumi per chi ne voglia. Una volta messo in posa il soggetto, si scatta la foto, poi si entra in camera oscura per circa 2 minuti, chi è interessato può entrare, e successivamente, all’ esterno, si passa l’immagine da negativo a positivo, sulla stessa placca di metallo, questo momento, generalmente, è sorprendente, perché all’interno del “bagno” l’immagine negativa scompare per poi riapparire in positivo. In seguito si consegna l’immagine al soggetto, ve ne sarà solamente una copia, vista l’assenza di negativo. Lo scatto di ogni foto è uno spettacolo che richiama l’attenzione di tutti, e soprattutto di chi si sente fotografo/a ma non ha ancora esplorato a fondo i meandri di questa arte. Ogni foto, per essere consegnata, impiega circa dieci minuti dal momento dello scatto, questo lasso di tempo non è un’attesa, ma un momento in cui si gode di essere trasportati nel passato per scoprire la nascita di uno degli strumenti più utilizzati al giorno d’oggi. La stampa è su lastra di metallo o vetro, con una custodia di cartone che spiega i principi della tecnica utilizzata, detta al “collodio umido”.Alessandro Parente
Per l’allestimento dello studio c’ è bisogno di uno spazio di circa 3 x 3 metri per il gazebo. Non ha importanza la condizione luminosa. Richiede l’utilizzo di elettricità, una batteria. Lo studio comprende: un banco ottico in legno antico, uno sgabello, un fondale, due luci fisse su treppiede, una camera oscura in tenda, un tavolo con laboratorio chimico a vista e alcune stampe in mostra.
Alessandro ha frequentato l’istituto d’arte, indirizzo oreficeria, per poi iscriversi all’accademia di belle arti di Bologna, per finire i suoi studi artistici nell’accademia Iuna di Buenos Aires. Ha studiato fotografia di moda e prodotto nella capitale Argentina e, senza amore per la moda e il prodotto, si è dedicato alla fotografia antropologica e di reportage. Ha collaborato, con un’esposizione permanente, con il museo nazionale di artigianato indigeno (Mindalae) di Quito, Ecuador, in quella che rappresenta la sua prima ricerca. Da lì si è dedicato al viaggio e all’esplorazione di varie culture attraverso la foto. Gli ultimi viaggi realizzati sono stati pubblicati in varie riviste e quotidiani tra cui: Volkskrant (Olanda), El Mundo (Spagna), Clarin (Argentina), Vice (Messico) ed altri minori. Il progetto in corso è uno studio sulle resistenze indigene in America Latina da realizzare appunto con la tecnica del collodio umido, l’avventura di Le Fotograhahahph serve anche come autofinanziamento di suddetto progetto. Pietro Guida

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