L’Aquila. “L’Aquila come Milano dove il Tar ha stroncato il numero chiuso, l’ateneo sospenda test di ammissione e garantisca il libero accesso perché questo sistema non è legale”. Lo chiede in una nota l’Unione Degli Universitari dell’Aquila dopo il pronunciamento del Tar del Lazio sul numero chiuso locale ai corsi di studio umanistici dell’Università Statale di Milano, “a seguito di ricorso dell’Udu Milano presentato dall’avv. Michele Bonetti”. “La decisione del Tar segna un punto importantissimo a favore dell’accesso allo studio: il decreto Ava, che definisce il rapporto numerico docenti/studenti, non è vincolante per l’inserimento di barriere all’accesso – continua il sindacato studentesco nella nota -. Pertanto, i test d’ammissione ai suddetti corsi – ordina il Tar – debbono essere sospesi”.
L’Udu sottolinea come “dentro l’Ateneo aquilano il sindacato ha sempre portato una linea di contrarietà circa le limitazioni all’accesso
allo studio, ottenendo per ben due volte ragione anche in sede di giustizia amministrativa. Nonostante ciò la governance d’Ateneo ha mantenuto la sua linea, confermando negli anni successivi i numeri chiusi locali a Psicologia (sia triennale che magistrale), Biotecnologie, Biologia e Scienze Motorie basandosi sugli stessi criteri di sostenibilità adottati a Milano (decreto Ava), e spacciando gli stessi in più e più occasioni come ‘assolutamente vincolanti’. Ma, alla luce della sentenza di Milano appare chiaro che questi criteri non sono vincolanti e non legali”. Secondo Udu L’Aquila, “negli anni passati il numero di studenti che hanno sostenuto il test nei diversi corsi di laurea era addirittura nettamente inferiore al contingente stabilito dal bando. Una beffa che si sta verificando anche
quest’anno!”