Navelli. Festa tra le famiglie ucraine residenti a Civitaretenga, frazione di Navelli, (L’Aquila) nel giorno in cui si celebra la nascita di Taras Hryhorovyč Ševčenko (Morynci, 9 marzo 1814 – San Pietroburgo, 10 marzo 1861).
Poeta, scrittore, umanista e pittore, la sua eredità letteraria è ritenuta uno dei pilastri della moderna letteratura ucraina e, in senso più ampio, della stessa lingua ucraina. Ševčenko era un servo della gleba dal talento straordinario, fu riscattato grazie all’intervento del grande pittore russo Karl Brjullov e visse a lungo a San Pietroburgo scrivendo molte opere in russo. Giovedì 9, in uno dei moduli abitativi provvisori assegnati ai rifugiati, in particolare quello professoressa Ljubov Prokof’eva (docente alla facoltà di Psicologia di Odessa), saranno lette alcune poesie di Ševčenko in ucraino, con relative traduzioni in inglese, francese e italiano. Seguirà un piccolo rinfresco a base di cibo ucraino.
L’iniziativa vede coinvolto Alessandro Vaccarelli, professore associato di Psicologia generale e sociale al Dipartimento di scienze umane dell’Ateneo, Ornella Calvarese, collaboratrice ed esperta linguistica dell’Università dell’Aquila e Leonardo Di Pietrantonio, studente del Dsu oltre ad amici e sostenitori. “Per questa comunità è una giornata importante – spiega Ornella Calvarese – siamo felici di contribuire all’omaggio a un poeta così simbolicamente significativo, specie per questo momento storico”.
“Seppellitemi e ribellatevi. Spezzate le catene”, scrisse Taras Ševčenko in Zapovit (Testamento). Cercava la libertà, la anelava con tutto se stesso. Ma non per sé, per la sua patria. Per l’Ucraina, la stessa che da mesi è teatro di guerra e orrori. In lingua italiana esiste un’edizione delle poesie tradotte dal titolo “Nere sopracciglia”, un’edizione a cura dell’associazione culturale Thauma.