San Benedetto dei Marsi. “L’uccisione dell’orsa Amarena, simbolo e mascotte del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise lascia attoniti, è il gesto di un uomo senza scrupoli che appare ingiustificabile e merita ogni condanna da parte delle istituzioni e non solo”.
“L’uccisione dell’Orsa Amarena è un atto gravissimo. Da parte nostra non possiamo che auspicare in primo luogo che le indagini e la giustizia facciano rapidamente il loro corso, che le responsabilità siano accertate e adeguatamente, severamente sanzionate”: lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese.
Per Marinelli “è importante adesso che l’indignazione, a tutti i livelli, dalle comunità locali fino alle istituzioni della nostra regione, sia forte e unanime. Che sia chiaro che l’uccisione dell’Orsa Amarena è un colpo al cuore dell’Abruzzo, a un modello di convivenza tra persone e animali nella natura che è e deve rimanere un modello. Da difendere sul versante culturale, da tutelare in ogni modo”.
“Uno schifo! Non esistono altri termini per definire l’uccisione, o meglio l’assassinio, dell’orsa Amarena, un simbolo del parco nazionale d’Abruzzo, un animale benvoluto da tutti, innocuo, che non aveva mai fatto del male a nessuno e che, peraltro, era una delle femmine più prolifiche del parco stesso. Quanto accaduto stanotte è frutto di ignoranza, di mancanza assoluta di rispetto verso la natura ma è anche di poco amore verso la propria terra, l’Abruzzo, di cui l’orso è il simbolo”. Lo dichiara la deputata M5S, Daniela Torto. “Mi auguro – aggiunge la parlamentare – che l’autore di questo gesto vigliacco venga punito a dovere: non ha solo ucciso un orso ma ha pugnalato al cuore un’intera regione. Ora la priorità è ritrovare i cuccioli di Amarena e metterli in salvo al più presto”, conclude.
“Ho appreso con sconcerto e indignazione dell’uccisione dell’orsa Amarena, avvenuta questa notte in una zona periferica di San Benedetto dei Marsi. Non ci sono parole né giustificazioni per un così deprecabile gesto, frutto della violenta mano dell’essere umano. Un gesto che va condannato con fermezza e decisione, senza alcuna attenuante e chi lo ha compiuto dovrà rispondere di fronte alla legge.
Mi chiedo il perché di tanta cattiveria, perché invece di imbracciare il fucile non sono stati avvisati i guardiaparco e perché non si è cercata soluzione alternativa alla giustizia fai da te. In questi giorni si aggirava con i suoi due cuccioli che, adesso, vanno messi al sicuro, nutriti e svezzati in assenza della loro madre.
L’orsa Amarena, come Juan Carrito erano simboli di questa regione, e lo resteranno per sempre. Ma adesso dobbiamo impegnarci una volta di più per tutelare e salvaguardare gli esemplari che vivono con noi sulle nostre montagne, ben tenendo a mente che l’orso marsicano è una specie in via di estinzione.
La gravità di quanto accaduto ci spinge ora ad andare oltre una gestione ordinaria e tradizionale. È il momento di riflettere sulle politiche di gestione della fauna selvatica e sulla loro efficacia. In questi anni ho ascoltato le richieste di coloro che vivono a stretto contatto con il mondo animale, ed è per questo che ritengo indispensabile agire per una convivenza migliore, pacifica e che, soprattutto, possa educare i più giovani a un maggiore rispetto dell’ambiente che li circonda.
Di fronte all’ignoranza e alla giustizia fai da te, siamo tutti chiamati a fare di più” a dichiararlo è il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele.
“L’atto criminale che ha portato all’abbattimento dell’orsa Amarena é frutto di una campagna d’odio contro gli animali come ad esempio gli orsi e i lupi.
La perdita di Amarena, un’icona della fauna selvatica italiana, è una tragedia anche dal punto di vista ambientale, poiché era una delle poche femmine prolifiche del Parco, contribuendo alla conservazione della specie. Ora, i Guardiaparco stanno facendo tutto il possibile per trovare i suoi cuccioli, ma la loro sopravvivenza è messa a serio rischio senza la loro madre”.
Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli, che prosegue: “La rabbia che
proviamo per questo atto crudele è immensa, e ciò mette in evidenza l’urgente necessità di affrontare il problema dell’ignoranza e della caccia indiscriminata a creature di questo genere. Non ci sono pene o sanzioni
che possano riportare in vita Amarena o riparare il danno che è stato inflitto alla sua famiglia e al nostro
patrimonio naturale.