Casoli. La Corte d’Assise di Lanciano ha emesso la sentenza per l’omicidio di Cesira Bambina Damiani, 88 anni, avvenuto a Casoli il 12 febbraio 2023.
E’ stato condannato a 14 anni il figlio Francesco Rotunno, 65 anni, difeso dall’avvocato Silvana Vassalli, accusato di avere strozzato la madre con un laccio ruvido o un foulard mentre la donna era a letto. Il procuratore capo Mirvana Di Serio aveva chiesto una condanna a 21 anni. Sono state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. Il difensore Vassalli ha rinnovato alla Corte la richiesta dell’infermità mentale e l’incapacità di intendere e di volere con una memoria che intendeva dimostrare la situazione emotiva che aveva coinvolto Rotunno, tra i disagi per la salute della madre e i problemi economici. Nella testimonianza resa lo scorso 19 aprile in aula, Rotunno, in carcere a Lanciano, aveva detto: “Ancora oggi non ricordo cosa sia successo il giorno che mamma è morta e quando ho poi tentato il suicidio. Mia madre non stava bene e io quella mattina sono uscito a fumare una sigaretta. Ho un buco nella memoria, non ricordo nulla. Poi mi sono ritrovato in ospedale e lì ho saputo del decesso di mamma. In carcere per giorni ho sentito in televisione che era stata strangolata”.
Nel biglietto con le scuse trovato su un tavolo l’imputato aveva precisato: “L’ho scritto in precedenza, a dicembre, ero depresso dopo la separazione, il divorzio e altri problemi. Avevo anche perso il reddito di cittadinanza e si viveva con la sola pensione di mamma. Spesso non si arrivava a fine mese, pagando spese d’affitto, badante e cure. Dei miei fallimenti mi ero fatto una colpa, anche perché non riuscivo a curare bene mia mamma che per me era tutto, mi ha fatto da madre e da padre”.