Pescara. Pena ridotta in appello, da 30 a 17 anni di reclusione, per Giovanni Iacone, l’uomo di 49 anni che l’11 gennaio del 2017 uccise Monia Di Domenico, la proprietaria dell’appartamento in cui l’imputato viveva, dopo che la donna si presentò per riscuotere due mesi di affitto presso l’appartamento di via Monte Sirente a Francavilla. La Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha condannato Iacone a 16 anni per l’omicidio, al quale va aggiunto un altro un anno per il reato di occultamento di cadavere.
La riduzione della pena, applicata dai giudici aquilani, è legata al fatto che i giudici non hanno ritenuto sussistente l’aggravante della crudeltà, riconosciuta invece in primo grado. Iacone, difeso dall’avvocato Emanuela De Amicis, non era in aula, mentre erano presenti i genitori della vittima, Doretta e Aldo Di Domenico, costituitisi parte civile tramite l’avvocato Giuliano Milia.
La vittima, una psicologa di 45 anni, originaria di Corropoli (Teramo) e residente a Pescara, fu uccisa con 16 colpi al volto e alla testa, inferti con una grosso sasso e con un pezzo di vetro che si staccò dal tavolo andato in frantumi nel corso della lite. L’omicida successivamente cercò di occultare il cadavere nel sottotetto della mansarda, lasciando però una scia di sangue che permise ai carabinieri di ritrovare il corpo della vittima.