L’Aquila. Sarà una festa della liberazione intensa, colorata e danzante quella che hanno organizzato per il prossimo 25 aprile le associazioni e i collettivi della rete “L’Aquila Antifascista”.
Come ogni anno, anche martedì 25 ci sarà la “colazione resistente” in piazza IX martiri, nel centro dell’Aquila. Un luogo che simboleggia e ricorda la strage di nove giovani ribelli, di cui ricorrerà l’80esimo anniversario il prossimo settembre. Nel corso della mattinata verrà allestita una postazione chiamata “Per la pace e il disarmo ci metto la faccia”, e dove sarà possibile farsi fotografare e partecipare alla creazione di un grande collage di foto.
Dalla mattina saranno allestite ai quattro cantoni le mostre sulla storia della resistenza e sulle “nuove resistenti”. Nel corso della giornata, inoltre, sarà possibile firmare per la legge regionale “Liberi subito, liberi fino alla fine”, per il suicidio medicalmente assistito e per una legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata.
Nel pomeriggio partirà da San Bernardino la parata antifascista, che proseguirà lungo le strade del centro storico cittadino per tutto il pomeriggio: “Abbiamo voluto introdurre temi e pratiche attuali, che attraverso i nostri corpi, vogliono opporsi qui e ora anche alle nuove e pericolosissime, forme di fascismo. Il cosiddetto decreto anti-rave del governo Meloni ne è un esempio lampante”, affermano gli organizzatori e le organizzatrici.
Ci saranno spettacoli, carri, tanta musica e interventi per dire no ai fascismi di ieri e a quelli di oggi. Il governo, infatti, vuole reprimere e perseguire politicamente la controcultura, un modo di vivere la società e lo spazio pubblico che non sia all’insegna del profitto e della normalizzazione dei corpi. Una repressione in nome del “decoro”.
Ma in una situazione di crisi sempre più forte, con disuguaglianze economiche e sociali sempre più marcate, che sono quotidianamente sotto attacco i diritti conquistati a partire dalla resistenza. Si fa la guerra ai poveri eliminando il reddito di cittadinanza, criminalizzando le migrazioni, devastando la sanità e la scuola pubblica. Da un lato si aumenta la spesa per gli armamenti, dall’altro i servizi sono sempre meno e appannaggio di sempre un numero minore di persone. Basti pensare al diritto all’abitare, al lavoro o a una mobilità accessibile.
“Non ci riconosciamo più in un centro-vetrina senz’anima”, si legge nella nota, “dove chi non ha le possibilità economiche viene escluso dalla socialità, dall’abitare e senza adeguati trasporti persino dal transitare. Un luogo pieno di case vuote e in cui sembra ancora viga una sorta di coprifuoco appena più soft di quello imposto durante la pandemia”.
Una città e un Paese dove qualsiasi forma di diversità culturale e sociale viene criminalizzata e marginalizzata, dove domina una cultura misogina e omotransfobica, dove è soffocante vivere se ci adegua alla normalizzazione dei corpi, del pensiero delle vite. Dove siedono in giunta e in consiglio esponenti politici neo-fascisti e dove lo stesso 25 aprile, nel centro città, verrà presentato il libro “Emergenza antifascista”, scritto da una nota suprematista e creatrice di fake news.
Per questo la parata antifascista servirà anche a mostrare alla città che c’è una cittadinanza antifascista, inclusiva, allegra, pacifica e colorata, ma ben determinata a dimostrare che un presente libero dai fascismi è possibile, qui e ora.