L’Aquila. E’ previsto per domenica 10 aprile, nel deserto dello Utah (Usa), il via alla missione di simulazione marziana Smops (‘Space Medicine Operations’) promossa e organizzata da Mars Planet, sezione italiana di Mars Society, con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Nel corso di due settimane di isolamento presso la stazione di ricerca Mdrs (Mars Desert Research Station), sei astronauti analoghi (quattro italiani, una canadese e un francese) condurranno attività ed esperimenti per simulare vita e lavoro in condizioni simili a quelle del Pianeta Rosso. La missione sarà imperniata sull’uso di tecnologie
innovative interamente sviluppate in Italia, inclusa una speciale tuta per gli astronauti chiamata Bg-Suit.
Progettata e sviluppata da Mars Planet in collaborazione con Radici Group (azienda tessile a capo di una filiera
tutta italiana per questo specifico progetto), la tuta è stata studiata per consentire agli astronauti di muoversi
agevolmente, in sicurezza e autonomia, all’esterno della stazione base con l’ausilio dei sistemi avanzati di
controllo, monitoraggio e comunicazione.
Dotata di sensori in grado di riportare in tempo reale le condizioni di salute dell’equipaggio e di misurare i valori dell’ambiente circostante, potrebbe avere varianti applicative per impieghi in attività di natura industriale, biomedica e in ogni ambiente dove serva un elevato livello di protezione. Il programma sperimentale della missione SMOPS sarà fortemente incentrato sulla medicina dello spazio: vedrà protagonisti due ingegneri aerospaziali, il siciliano Paolo Guardabasso e il romano Simone Partenostro, il Ceo di D-Orbit Luca Rossettini, Nadia Maarouf, medico canadese e unica donna dell’equipaggio, il ricercatore spaziale francese Benjamin Pothier e l’architetto spaziale pugliese Vittorio Netti, che avrà il ruolo di comandante dell’equipaggio.