L’Aquila. «Dobbiamo guardare con molta, molta cautela ai dati che circolano, improntati a un ottimismo che per ora non mi sembra sia confermato dai riscontri sul campo».
Invita alla prudenza il presidente di CNA Turismo Abruzzo, Claudio Di Dionisio: è presto per tracciare bilanci dell’estate 2023, per adesso si segnala un Abruzzo a due velocità, con l’entroterra in maggiore sofferenza e una grande quantità di posti ancora disponibili in hotel e strutture ricettive varie. «Se parlo della mia esperienza di tour operator – afferma – posso dire che raramente mi è capitato, in passato, di trovare al primo colpo stanze disponibili un po’ dappertutto. Soprattutto nell’entroterra, ma pure sulla costa».
Di Dionisio analizza i possibili motivi di questa condizione di incertezza, come ad esempio il fattore maltempo: «Il maltempo incide quando vedi revoche di prenotazioni, ma qui non ci sono proprio le prenotazioni». Sui dati che circolano sulle presenze, poi, a detta del presidente di CNA Turismo va fatta qualche precisazione: «I numeri riflettono dell’effetto-accoglienza dei profughi di guerra ucraini. Ci sono hotel pieni al 100% della loro capienza da inizio del conflitto: ma di profughi, non di turisti. Si sarebbero potute e dovute operare scelte alternative per accogliere giustamente chi fugge dalla guerra, non usare solo gli hotel: ci sono gli edifici delle colonie, ad esempio. Se a un imprenditore proponi 365 giorni di occupazione delle stanze a 50 euro al giorno a persona, che interesse potrà mai avere a fare altro?».
Capitolo prezzi: «Viaggiamo mediamente a quote più alte del 30% rispetto ad altri territori, e questo non è giustificabile. Con il risultato di essere più deboli rispetto ad altre regioni concorrenti, che vedono affluire famiglie grazie a costi più ridotti». Un handicap serio – sempre a detta di Dionisio – che si associa spesso «alla scelta non comprensibile di fissare un minimo di notti di presenze, in genere tre, da parte di molti esercizi alberghieri, per accettare la prenotazione: altro fattore che penalizza soprattutto il turismo dei week-end, anche in questo caso di famiglie che scelgono soggiorni più brevi».
Un vincolo, il minimo di notti, che penalizza soprattutto il turismo organizzato: «E’ una mazzata per le attività di ciclo-turismo o trekking, destinate a cambi quotidiani di hotel: inevitabile, così, che finiscano per guardare altrove». Ultimo punto, la promozione: «Vanno bene le iniziative presentate dalla Regione, anche se la tempistica lascia un po’ perplessi. E’ questione complessa, che riguarda la promozione del territorio, la realizzazione di pacchetti mirati, la concertazione con il mondo dell’impresa, lo sviluppo di collegamenti internazionali: va bene promuovere la Costa dei Trabocchi, ma se poi l’effetto svanisce in poche settimane devi chiederti perché».