Martinsicuro. I carabinieri recuperano un antico dipinto rubato in epoca imprecisata e comunque nel corrente anno dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Rocca Santa Maria, località Riano, in provincia di Teramo. Si tratta di una pala d’Altare delle dimensioni di cm. 168X103, databile intorno all’ultima metà del 1700 di autore ignoto raffigurante “Madonna con Bambino assisa in un trono di nuvole incoronata da Angeli, San Michele Arcangelo e Angelo custode”.
Al recupero si è arrivati a seguito di sinergica attività info-investigativa sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila e dalle Compagnie Carabinieri di Teramo e Alba Adriatica, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo.
L’attività ha inizio nel mese di agosto 2022 quando la custode della Chiesa di San Michele Arcangelo di Rocca Santa Maria si accorge che ignoti avevano asportato, in periodo imprecisato e comunque nel corso del corrente anno, la tela che adornava l’altare centrale del luogo di culto. Infatti i ladri approfittando della momentanea chiusura della chiesa perché inagibile a causa degli eventi sismici del 2016 avevano forzato la porta laterale asportando il prezioso dipinto.
Immediatamente è stata presentata la denuncia di furto raccolta dai Carabinieri di Valle Castellana a cui si affiancano i Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila. I militari del Reparto Specializzato dei Carabinieri inseriscono le immagini dell’opera trafugata nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, di fatto inibendo la possibilità della commercializzazione del dipinto nei canali antiquariali.
Con la denuncia ha inizio una pressante attività info investigativa che permette di accertare che la tela possa trovarsi in un edificio abbandonato posto nella zona Nord del Comune di Martinsicuro, lì depositato nel verosimile tentativo di far calmare le acque e magari successivamente recuperarlo per tentare di porlo in vendita.
A seguito di queste labili informazioni i Carabinieri della Stazione di Martinsicuro forti della profonda conoscenza del territorio iniziano una incessante attività di controllo dei casolari abbandonati della zona. In uno di detti luoghi viene ritrovato un involucro al cui interno è contenuto il prezioso dipinto.
Lo stesso è stato posto in sequestro e affidato ai Carabinieri del TPC dell’Aquila che lo custodiranno mantenendolo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il dipinto nonostante sia stato arrotolato e conservato in luogo non idoneo, si presenta in discrete condizioni.
Le indagini dirette dalla Procura di Teramo proseguono per identificare gli autori del furto.
Del dipinto rinvenuto non si hanno molte notizie storiche, tuttavia il compianto don Franco Marcone (1976-2011) nel periodo del suo servizio pastorale a Rocca Santa Maria e Torricella Sicura aveva dato inizio a una ricerca storica, sociale e culturale sui territori montani.
Il sacerdote aveva realizzato delle schede riassuntive delle visite pastorali di alcune chiese. I
l lavoro doveva confluire in un elaborato storico che non ha visto la luce a causa della prematura scomparsa di Don Franco. Tuttavia la preziosa e importante ricerca storico documentale seppur incompleta ci consente oggi di poter datare con una certa approssimativa sicurezza il periodo di esecuzione del dipinto, infatti lo stesso in data 22.07.1611 non si trovava nella chiesa allora chiamata S. Angelo, così come registrato nella visita effettuata in tale data da Mons. Visconti, si dice che nell’altare in pietra è presente un affresco raffigurante la Vergine con Bambino, S. Leonardo, S. Michele Arcangelo e altri Santi.
La presenza del dipinto viene annotata nella visita pastorale del 14.09.1742 da parte di Mons. De Rossi, sempre nell’unico altare in pietra della chiesa che muta l’intitolazione da Sant’Angelo a San Michele Arcangelo. In sostanza la tela si trovava in quel luogo sicuramente sin dal 1742 o anche in periodo precedente e dallo stesso luogo mani anonime, nel corrente anno, asportandolo avevano cercato di privare quella comunità della propria memoria e devozione che dura da circa tre secoli.