L’Aquila. “Una giornata importante per l’area adriatica”, è stata definita dal presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso quella di ieri che ha visto nascere a Termoli il coordinamento di sei regioni ( Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Puglia e Molise) contro le norme dello Sblocca Italia che danno il via libera a trivellazioni nel Mare Adriatico. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Puglia e Molise fanno fronte comune in difesa dell’Adriatico e dello Ionio per concordare una linea comune in difesa dell’ambiente marino a rischio trivellazioni a seguito dello Sblocca Italia. Presenti i presidenti delle Regioni Abruzzo (Luciano D’Alfonso), Basilicata (Marcello Pittella), Molise (Paolo di Laura Frattura), Puglia (Michele Emiliano), il vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, e per la Calabria l’assessore all’Ambiente, Antonella Rizzo. Erano inoltre presenti anche gli assessori all’Ambiente di Abruzzo (Mario Mazzocca), Basilicata (Aldo Berlinguer) e Molise (Vittorino Facciolla). “L’apertura di un colloquio impegnato con Palazzo Chigi” ha detto D’Alfonso “mi sembra un passaggio politico importante, che esalta il valore di un nuovo centro di interesse regionalistico che oggi è nato a Termoli. Trovarsi per fare un’agenda su cosa va fatto è un dato straordinario e soprattutto un dato che arriva da questa parte dell’Adriatico e dello Jonio. Da qui” aggiunge D’Alfonso “la necessità di un dialogo costruttivo con Palazzo Chigi che mi sembra, soprattutto negli ultimi periodi, in tema di tutela ambientale del Mare Adriatico, abbia fatto registrare atteggiamenti diversi rispetto al passato. Un segnale confortante” ha detto il Presidente “arriva dalla possibilità di spostare di nuovo a 12 miglia la distanza minima per avviare introspezioni, anche se sappiamo benissimo che questa norma non risolve nulla”. Ma, secondo D’Alfonso, la questione delle trivelle “deve essere anche occasione per la nascita di un coordinamento delle Regioni adriatiche del Centro-Sud per altre questioni, a cominciare dalle infrastrutture”. D’Alfonso ha poi sottolineato come “alla base delle politiche di sfruttamento delle risorse ambientali del mare ci siano forti spinte geopolitiche di gruppi internazionali molto potenti”, anche se lo stesso presidente della Giunta ha aggiunto che “in tema di trivelle scontiamo anche l’arretramento dell’Italia sull’approvvigionamento energetico” che fa avere gioco facile ai grandi gruppi.