Teramo. Mette la pistola d’ordinanza nelle mani di un 13enne e lo porta a sparare nella campagne del teramano. Il folle gesto è stato commesso da un maresciallo dei carabinieri di Ascoli rinviato a giudizio al termine dell’udienza preliminare davanti al gup di Teramo Giovanni De Rensis. L’accusa è aver “determinato il minore non imputabile a commettere il delitto di porto di arma da guerra in luogo pubblico e addestrato indebitamente il minore all’uso dell’arma”. All’agente, attualmente sospeso dal servizio e già condannato per questo episodio dal Tribunale militare, viene contestata anche la detenzione illegittima di un proiettile per arma comune da sparo; deve quindi rispondere anche del reato di aver determinato il minore, figlio di una conoscente, a commettere il delitto di detenzione di munizionamento comune da sparo. La vicenda risale a un paio d’anni fa.