Pescara. La Corte d’Assise di Teramo, presieduta da Flavio Conciatori, ha assolto, nel processo di primo grado, i sette nigeriani accusati di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, alla tratta di esseri umani in particolare giovani connazionali da sfruttare come prostitute in Italia.
Il pm della Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, Simonetta Ciccarelli, aveva chiesto condanne per complessivi 30 anni, di cui nove ciascuno per i due capi dell’organizzazione criminale sgominata dalla Squadra mobile della questura di Teramo, nell’ambito dell’operazione ‘Pesha’ nel luglio del 2020.
A darne notizia è il Tgr Abruzzo di Rai3.
L’attività di indagine dell’epoca aveva permesso di accertare che la cellula territoriale degli ‘Eiye’ sgominata, come l’associazione mafiosa di cui costituisce una costola, si caratterizzava per “segretezza del vincolo associativo”, “ritualità dell’affiliazione”, adozione di linguaggio e simbologia rigorosi, violenza delle azioni.
Gli affari della cellula teramana, come delle altre, spaziavano, secondo gli inquirenti, da riciclaggio e illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria a tratta di giovani donne sessualmente sfruttate lungo la strada Bonifica del Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni, dalla cessione di droga a reati violenti nei confronti di aderenti ad altri culti o punitivi nei confronti di altri connazionali.