Pescara. Il settore del trasporto pubblico locale è notoriamente finanziato dal Fondo Regionale unico dei trasporti alimentato annualmente sia dalle risorse provenienti dal fondo nazionale dei trasporti (assegnate dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario) che dalle risorse del bilancio regionale.
La consistenza di questo fondo regionale si sta dimostrando negli anni sempre più insufficiente a cominciare dall’inadeguatezza della componente statale: il Fondo nazionale infatti ha previsto di erogare per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro a fronte di almeno 6 miliardi necessari per finanziare adeguatamente il settore e di queste risorse nazionali appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo.
TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE: MANCANO ALL’APPELLO 7 MILIONI RISPETTO AL FABBISOGNO – E le cose non vanno meglio rispetto alle risorse proveniente dal bilancio regionale: a fronte di un fabbisogno stimabile per il trasporto pubblico locale di almeno 65 milioni di euro, la Regione Abruzzo ha previsionalmente previsto nel proprio bilancio risorse decisamente inferiori; mancherebbero all’appello infatti circa 7 milioni di euro.
INVECE DI INCALZARE MELONI E MARSILIO, SI AUMENTANO LE TARIFFE – Ma l’Assessore regionale ai trasporti Umberto D’Annuntiis, piuttosto che incalzare il Governo nazionale, da un lato, affinché adegui le risorse del Fondo nazionale dei trasporti e il presidente Marsilio e l’assessore Quaglieri, dall’altro, affinché prevedano finanziamenti adeguati del bilancio regionale da assegnare al trasporto pubblico locale, ha invece pensato bene di ergersi a promotore di un’ennesima stangata a carico degli abruzzesi e in particolare delle fasce più deboli della popolazione decidendo unitamente a tutta la Giunta regionale aumenti tariffari su biglietti e abbonamenti pari al 20% ed entrati in vigore già da luglio scorso.
AUMENTI CHE IN TALUNI CASI ARRIVANO AL 38%, ALTRO CHE INFLAZIONE! – Aumenti mediamente del 20% ma che in alcuni servizi suburbani a tratte raggiungono anche il 38% (es. Teramo – Martinsicuro, da € 3,40 a € 4,70 – + 130 cent.) e che peraltro si andranno a sommare a quelli già previsti per il trasporto ferroviario che la stessa Giunta Marsilio ha concordato con Trenitalia, prevedendo nel Contratto di Servizio un aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto di servizio, cioè il 2033. Il che significa per i pendolari abruzzesi che sceglieranno di viaggiare in treno, un incremento complessivo del 35% rispetto alla spesa attuale del biglietto o dell’abbonamento che si acquista.
La beffa ulteriore sta nel fatto che questi aumenti giungono nel bel mezzo delle polemiche legate alla cosidetta “Legge Mancia” con la quale il Governo Marsilio ha distribuito a “destra” (ma a quanto pare anche a “manca”), attraverso l’emendamento Omnibus di fine anno, 18 milioni di euro ad oltre duemila beneficiari il tutto senza prevedere nemmeno l’attivazione di un bando pubblico.
LE QUATTRO PROPOSTE DELLA CGIL E DELLA FILT
La Cgil e la Filt alla vigilia del Consiglio regionale che all’ordine del giorno dovrebbe prevedere l’assestamento del bilancio di previsione 2024/2026, tornano a rilanciare le seguenti proposte costruttive in grado di ovviare ai deleteri aumenti tariffari e contestualmente a scongiurare probabili tagli ai servizi di trasporto pubblico quale conseguenza delle minori risorse previste dal bilancio regionale a fronte di un fabbisogno nel triennio di circa 65 milioni di euro.
- Si azzerino gli aumenti tariffari previsti nel settore del trasporto pubblico (gomma e ferro) utilizzando le “scandalose prebende” distribuite dal Governo Regionale, senza prevedere nemmeno l’attivazione di un bando pubblico, attraverso l’emendamento Omnibus di fine anno ad oltre duemila beneficiari per un totale di 18 milioni di euro;
- Si intervenga urgentemente sul Governo nazionale e sul Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini affinché sia lo Stato che fino a prova contraria finanzia ancora il trasporto pubblico locale (visto che l’autonomia differenziata non è ancora diventata operativa), ad adeguare urgentemente al tasso d’inflazione il previsto Fondo Nazionale dei trasporti con il quale si distribuiscono le risorse per il trasporto locale alle regioni a statuto ordinario. Il fondo eroga per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro (e ne occorrerebbero almeno 6 per finanziare adeguatamente il settore) e di queste risorse appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo. Risorse insufficiente per una Regione dove persistono aree interne e spopolamento.
- Si estendano su base regionale i benefici del biglietto unico, così come il Consiglio regionale si è impegnato a fare con le diverse risoluzioni approvate a fine della precedente legislatura, ponendo fine ad una assurda discriminazione tra territori e cittadini abruzzesi che va avanti dal 2004 e che determina svantaggi per i cittadini delle aree interne che pagano le imposte al pari degli altri abruzzesi.
- Si introducano al pari di altre realtà regionali, agevolazioni tariffarie e finanche la gratuità del trasporto pubblico per i cittadini a basso reddito e in generale per tutti gli studenti che frequentano istituti scolastici abruzzesi.
Carmine Ranieri – Segr. Gen.le Cgil Abruzzo Molise
Franco Rolandi – Segr.Reg.le Cgil Abruzzo Molise – Resp. Infrastrutture trasporti
Aurelio Di Eugenio – Segr Gen.le Filt Cgil Abruzzo Molise