Pescara. Come Consigliere Comunale annuncio che dichiarerò formalmente la mia insoddisfazione nella seduta odierna del Consiglio Comunale in merito alla risposta ricevuta dall’Amministrazione alla mia interrogazione urgente sulla trasparenza amministrativa e le misure anti-corruzione.
Giudico la risposta carente e inadeguata rispetto alle criticità emerse e alle domande che avevo posto.
La mia interrogazione del 22 marzo 2025 prendeva spunto anche dalle recenti indagini giudiziarie che hanno interessato il settore Lavori Pubblici del Comune di Pescara. Ho chiesto conto all’Amministrazione di eventuali adeguamenti del Piano Anticorruzione e dell’adozione di misure specifiche per prevenire influenze indebite e conflitti d’interesse, ispirate anche da pratiche virtuose adottate da altri Comuni italiani come Venezia.
Nello specifico, ho chiesto se l’Amministrazione avesse valutato o adottato misure concrete quali:
- Un sistema trasparente per la tracciabilità degli incontri tra dirigenti/funzionari e soggetti esterni (es. agenda digitale condivisa).
- Direttive specifiche sui luoghi degli incontri istituzionali, vietando contesti informali.
- Procedure di doppio controllo o doppia firma per atti sensibili.
- Protocolli per garantire che la documentazione rimanga all’interno degli uffici.
- L’introduzione di dichiarazioni esplicite di assenza di influenze esterne negli atti amministrativi.
“La risposta del Sindaco”, dichiaro, “pur elencando alcune misure già presenti nel PIAO o nel Codice di Comportamento, come la rotazione del personale o controlli sull’uso dei veicoli, evita di rispondere nel merito sulla valutazione e adozione delle specifiche misure innovative che avevo richiesto. Non basta richiamare norme generali o misure settoriali già esistenti; di fronte a fatti gravi come quelli emersi dalle indagini, serve un cambio di passo e l’adozione proattiva delle migliori pratiche disponibili a livello nazionale, come quelle implementate a Venezia dopo l’inchiesta ‘Palude’ ”.
Sottolineo come la mancata risposta su punti cruciali come la tracciabilità degli incontri con i portatori d’interessi (pratica suggerita anche da ANAC) o il controllo sulla circolazione dei documenti ufficiali dimostri una pericolosa sottovalutazione del problema da parte dell’Amministrazione Masci.
“Limitarsi a richiamare il Codice di Comportamento, peraltro vigente anche prima dell’emergere del problema senza dimostrare di aver nemmeno preso in considerazione strumenti più efficaci già adottati altrove, è sintomo di una mancanza di volontà politica nell’affrontare seriamente il rischio di corruzione e scarsa trasparenza”, ribadisco. “Questa inerzia è particolarmente grave alla luce delle vicende che hanno riguardato il settore Lavori Pubblici e minano la fiducia dei cittadini”.
Per queste ragioni, dichiarerò in aula la mia insoddisfazione, evidenziando come “le risposte evasive dell’Amministrazione confermino la necessità di una vigilanza costante da parte nostra e di un impegno molto più concreto per garantire che l’azione amministrativa a Pescara sia sempre improntata ai massimi standard di legalità, imparzialità e trasparenza, come richiesto non solo dalle norme, ma soprattutto dall’interesse pubblico”.