L’Aquila. “Sul commissariamento sono alto e grosso e con le spalle larghe, non mi sottraggo, ma non impongo nulla al Governo”. Così il presidente della Giunta abruzzese, Marco Marsilio, sull’ipotesi di nomina a commissario governativo per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, questione che ha portato all’annuncio di chiusura del traforo del Gran Sasso da parte della concessionaria Strada dei Parchi Spa dalla mezzanotte del 19 maggio prossimo.
Marsilio, nel corso del suo intervento della seduta straordinaria del consiglio regionale sull’emergenza dell’acquifero e viabilità Gran Sasso, ha ricordato che è già vicecommissario per la ricostruzione del secondo cratere sismico, commissario per il dissesto idrogeologico e capo della protezione civile. “Ringraziamo il governo nazionale per l’interessamento concreto, l’emendamento va comunque rafforzato con risorse certe, la problematica deve essere risolta preservando la salute degli abruzzesi con la messa in sicurezza delle acque ma salvaguardando anche la viabilità e la ricerca”.
Sul Sdp Marsilio ha sottolineato che nella decisione di chiusura ha influito l’accusa della reiterazione del reato di inquinamento della falde alla base del processo, e sui Laboratori ha spiegato che “i rappresentanti della comunità scientifica si sentono come inquinatori”. “Abbiamo ereditato questo problema da anni irrisolto, e stiamo facendo il massimo per risolverlo evitando la chiusura del traforo” ha concluso.