Pescara. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, unitamente a personale del Comando Provinciale Carabinieri di Pescara, hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale dell‘Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica – DDA – di L’Aquila, a carico di 4 soggetti, ritenuti responsabili dei reati previsti dagli artt. 256 (attività di gestione rifiuti non autorizzata), 259 (traffico illecito di rifiuti), del D.lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), e art. 452 quaterdecies (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti) del codice penale, nonché dall’art. 44 del D.P.R. 380/2001 (sanzioni penali del Testo Unico Edilizia).
Le indagini, condotte dai Carabinieri del NOE di Pescara, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, hanno consentito di accertare che i 4 indagati, gestori della società M & L Ambiente e Servizi S.r.l., con sede in Rosciano (PE), effettuavano nel tempo, con destinazione Slovacchia, numerose spedizioni illegali transfrontaliere di rifiuti, circa 5000 tonnellate, costituiti da plastica, gomme, prodotti tessili, rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, rifiuti urbani non differenziati, abbandonati all’interno di capannoni, ubicati in aree rurali.
Inoltre, nel contesto delle indagini, è emerso che i rifiuti, in attesa della spedizione verso il paese estero, erano stoccati e abbancati all’aperto, in big bags, cassoni scarrabili e “balle reggiate“, all’esterno dei piazzali in assenza di adeguate coperture e, pertanto esposti al dilavamento prodotto dagli agenti atmosferici, con produzione di percolamenti non controllati e confluenti sul nudo terreno, con rischio di grave inquinamento del suolo. La grande quantità di rifiuti abusivamente stoccati integra inoltre la realizzazione e gestione di una discarica abusiva su di una superfice di circa 3.100 metri quadrati.
I riscontri investigativi consentivano, inoltre, di accertare violazioni di carattere edilizio, legate alla realizzazione di opere, in assenza di titolo abilitativo, con riferimento alla realizzazione di un capannone industriale di circa 835 mq, un piazzale in calcestruzzo armato per lo stoccaggio dei rifiuti e un impianto di depurazione interrato.
In esecuzione del provvedimento cautelare reale i militari del reparto speciale dell’Arma procedevano alla chiusura dello stabilimento industriale e al fermo totale degli impianti e dei processi produttivi.