Chieti. “Il malfunzionamento del depuratore di Chieti era noto da anni agli enti pubblici deputati al controllo, ma nessuno ha fatto nulla per fermare l’inquinamento”. È quanto sostiene il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, a proposito dell’operazione che ha portato a quattro arresti per traffico illecito di rifiuti e al sequestro dell’impianto, chiedendo “immediati provvedimenti nei confronti di funzionari inadempienti”.
“Nell’ordinanza della magistratura sottolineano gli attivisti si richiamano varie volte le relazioni dell’Arta che aveva rimesso agli enti di controllo, documenti durissimi a partire dal 2010, reiterati nel 2013, 2014 e 2015. L’impianto di Chieti era autorizzato con un Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata nel 2009 dalla Regione Abruzzo a trattare, oltre ai reflui civili di Chieti, 220.000 mc all’anno di rifiuti liquidi (di cui 171.116 di percolato di discariche) il cui trattamento, a fini di profitto senza regole, ha segnato il tracollo della struttura, palesemente inadeguata”. Ricostruendo come l’Agenzia regionale per la tutela ambientale, in più occasioni, a partire dal 2010, abbia segnalato le situazioni di criticità, gli ambientalisti si chiedono “cosa debba fare un impianto per vedersi ritirata l’autorizzazione” e sottolineano che “i fatti legati al rilascio dell’arsenico e di altre sostanze nel fiume contestati dalla Procura sono avvenuti nel corso del 2015: sarebbe bastato un intervento tempestivo degli enti competenti per far finire questo scandalo”. “Considerato anche il ripetersi di situazioni di criticità in tutto Abruzzo e in particolare in Val Pescara, crediamo che servano delle risposte puntuali”, dicono gli attivisti, che rivolgono una serie di domande, finalizzate a fare chiarezza sull’accaduto, al dirigente del servizio Rifiuti della Regione, Franco Gerardini, al dirigente del settore Via, Domenico Longhi, al direttore dell’Arta, Mario Micone, e al dirigente del servizio Gestione e qualità delle acque della Regione, Giancarlo Misantoni. “Chiediamo agli assessori regionali alla Sanità e all’Ambiente nonché ai rispettivi direttori generali e all’Organismo indipendente di Valutazione della Regione e delle due Asl conclude il Forum Acqua una valutazione sull’operato di funzionari e dirigenti anche per eventuali provvedimenti in caso di inerzia e inadempienza”.
