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Ti dovrebbero stuprare: insulti sessisti all’autrice dello striscione contro Salvini. Nannarone: ora basta, querelo tutti

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
29 Gennaio 2019
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Sulmona. “Empio è colui che non accoglie lo straniero”. Recitava così uno striscione di quattro metri con una frase tratta dalle Metamorfosi di Ovidio esposto in piazza XX Settembre a Sulmona durante la visita elettorale del vice premier Matteo Salvini domenica scorsa. Da ieri è iniziato sui social un vero e proprio tiro al bersaglio nei confronti dell’autrice dello striscione, l’avvocato Teresa Nannarone, già assessore alla provincia dell’Aquila, con offese sessiste molto pesanti, arrivate addirittura da altre donne.

Nannarone ha annunciato di voler querelare tutti. Lo stesso Salvini aveva invitato “quelli della sinistra”, a restarsene a casa a vedere la TV. “Basta con la falsità dei radical chic e dei salotti buoni che invitano ad aprire i porti, in Italia arriverà solo chi è in regola. Gli altri li ospitino nelle loro ville i signori della sinistra. Per noi vengono prima gli italiani e imprescindibile è la loro sicurezza”.

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“Ti dovrebbero stuprare”, si legge nei commenti su Facebook, Nannarone in un post risponde: ”nella mia vita di donna da sempre impegnata con le donne, in politica, nelle associazioni, nella professione, tante volte mi sono trovata a confronto con le tante facce della violenza e a riflettere sullo stupro come arma di guerra”, ha spiegato la Nannarone. “Oggi assistiamo all’ ‘invito’ allo stupro, e non sono io la prima ad esserne vittima, che sa di ‘politico’, di personale. Che viene da una donna ed è diretto ad un’altra donna. E questa si, credo sia la prima volta. Viene da una donna che porta il nome di Maria ed il cognome che rimanda all’apostolo a cui Gesù affidò la costruzione della Sua Chiesa in terra. Una Maria che espone sul suo profilo immagini sacre, ma che di sacro dentro di sé non ha nulla”.

“Anzi, forse non sa proprio cosa sia il sacro rispetto dell’altro, della libertà, dei principi costituzionali, della vita e della sacralità della vita stessa, atteso che l’invito allo stupro è un invito ad attentare ad una vita. Alla mia in questo caso”. ”Credo e spero che altre donne, da destra a sinistra, in particolare quelle che siedono in parlamento e nelle Istituzioni, ma tutte, casalinghe, giornaliste, insegnanti, sindacaliste, religiose, professioniste, respingano con fermezza l’idea che chiunque, uomo o donna che sia”, conclude la Nannarone, “possa augurare a chi esprime liberamente un proprio pensiero quello che drammaticamente è accaduto ed accade alle donne nelle peggiori dittature e nei più feroci conflitti. Le donne respingano tutto questo e facciano sentire sempre la loro voce. Se ciò non accade, si sta stuprando l’Italia e la nostra Carta Costituzionale”.

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