Roccaraso. “La mia città sta morendo, l’economia è in ginocchio, migliaia di miei concittadini sono andati via per paura dopo aver subito tre forti terremoti, catastrofiche ondate di maltempo con frane, crolli e 14 giorni di blackout”. E’ il grido di allarme del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, intervenuto nel dibattito “Il futuro dopo il terremoto, il ruolo dei comuni” a Roccaraso nell’ambito della “Winter School”. “Il decreto terremoto è insufficiente, si devono prevedere misure efficaci perché, se non si fa oggi, la città non risorge e le aziende chiudono” ha detto il sindaco facendo presente di avere 3.300 sfollati, tremila verifiche ancora da fare, centinaia di case gravemente lesionate e uffici pubblici e scuole fuori uso. “Per rendersi conto di cosa accade” ha detto ancora “basta venire a Teramo per vedere quante persone ci sono al mattino e quante nel pomeriggio, quando moltissimi teramani lasciano la città per andare nelle località della costa”.
“Se a giugno non avrò risposte sul ristoro delle spese sostenute per l’emergenza maltempo, riconsegnerò la fascia tricolore al prefetto”. Così il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, nel corso del dibattito “Il futuro dopo il terremoto, il ruolo dei Comuni”, svoltosi sempre a Roccaraso nell’ambito della “Winter School”. “Negli ultimi sei anni c’è stata una media di tagli dei trasferimenti statali ai Comuni pari al 70%, con alcuni Comuni che hanno avuto il 100%” ha detto ancora Di Primio, vicepresidente nazionale Ance, “ Non si può amministrare senza alcuna disponibilità finanziaria”. “Non si può rinviare un piano per la sicurezza del Paese ha continuato alla luce di crolli, frane e gravi episodi di dissesto idrogeologico che si stanno verificando e che non stanno risparmiando l’Abruzzo. E’ una carenza che non ha colore politico. Bisogna ricordare che se si investe un solo euro nella prevenzione si produce un risparmio di 10 sui costi dell’evento catastrofico”.