Caramanico Terme. La risoluzione proposta dal consigliere Antonio Di Marco (PD) sul futuro delle Terme di Caramanico approda oggi in Commissione Sanità e Ambiente e Territorio, segnando un passo concreto verso la verifica della fattibilità di un piano di rilancio dell’impianto termale. Commentando l’avvio dell’iter, Di Marco ha dichiarato: “Sono lieto che si torni a parlare fattivamente del futuro delle Terme di Caramanico, a fronte della mia risoluzione approdata oggi in Consiglio che chiedeva che la Regione indicasse chiaramente all’Areacom la necessità di salvaguardare la destinazione termale dei lotti e che si iniziasse finalmente a lavorare a un piano industriale unitario per rilanciare l’intero complesso. Sono anche lieto anche che ciò avvenga nel giorno dell’addio a chi era stato con me fra i fautori di questa proposta, costruita insieme a Mario Mazzocca perché si arrivasse a una soluzione vera che risollevasse la comunità e la sua storica attività termale. L’analisi da parte delle Commissioni congiunte Sanità e Ambiente, infrastrutture e territorio in presenza, come ho chiesto, anche del sindaco di Caramanico, è una buona notizia, la migliore che potessimo sperare di ottenere in una giornata come questa”.
Il consigliere ha sottolineato la necessità di un intervento responsabile da parte della Regione: “La Regione può e deve fare un atto di responsabilità verso una comunità che da anni attende risposte e ha visto sgretolarsi un patrimonio economico, sociale e culturale di valore inestimabile. La risoluzione è nata come una richiesta di buon senso e di tutela dell’interesse pubblico, per scrivere sulle Terme un futuro nuovo e per evitare il susseguirsi di bandi senza una strategia complessiva, con il rischio concreto che questo luogo finisca nelle mani sbagliate, o resti all’abbandono, senza garanzie sul futuro”.
Di Marco ha poi evidenziato l’importanza della collaborazione con le istituzioni locali e il coinvolgimento del sindaco: “Invece oggi arriva una novità su cui, insieme dobbiamo e possiamo lavorare, lo dobbiamo fare insieme al sindaco Franco Parone che dovrà partecipare alle sedute delle Commissione e per una comunità che per anni è cresciuta intorno alle sue terme, fonte di lavoro, turismo, economia, un patrimonio vero in fumo dal 2021. Altre realtà italiane hanno già fatto con successo dei passi in tal senso: assumere un ruolo guida, proteggere la vocazione termale, mettere insieme istituzioni, territorio e competenze per un progetto unico e credibile che vada oltre la chiusura e che superi gli ostacoli che fino ad oggi hanno prodotto solo aste deserte”.
Il consigliere ha infine ricordato l’impegno del compianto Mario Mazzocca e la valenza storica delle Terme: “Una soluzione che dobbiamo a tanti, a partire anche da Mario Mazzocca, che per le Terme ha lottato e si è impegnato tanto, consapevole del potenziale ancora inespresso e del valore identitario che hanno avuto in tutti questi anni. La sua battaglia è anche la nostra e continuerà con determinazione e lucidità: le Terme non sono un edificio da vendere al miglior offerente: sono storia, lavoro, salute, turismo, cultura, ambiente. Sono Abruzzo. E faremo tutto il possibile per riportarci la vita dentro”.



