Caramanico. Considerata la grave e perdurante situazione di stallo che riguarda le terme di Caramanico, chiuse ormai da anni a causa del fallimento dell’ex concessionaria con ingenti ripercussioni sulla vocazione turistica del territorio, riteniamo opportuno riaccendere periodicamente i riflettori sulla vicenda.
Nella conferenza di questa mattina, tenuta in compagnia dei consiglieri comunali Luca La Selva e Rita Silvaggi e dell’ex sindaco di Caramanico Mario Mazzocca, oltre a ribadire per l’ennesima volta l’inerzia di Giunta Regionale e Comune di Caramanico, che si sono dimostrati finora incapaci di garantire rapide e concrete soluzioni del problema, intendiamo porre l’accento su due aspetti.
Il primo è che, dopo la prima asta andata deserta, anche nella seconda non sono pervenute offerte per i due lotti in cui sono stati divisi i beni oggetti del fallimento. Ricordiamo che per il primo lotto (quello dello stabilimento termale propriamente detto) era prevista un’offerta minima di € 7608.794,83 (pari all’85% della base d’asta), mentre per il secondo (La Réserve) di € 10.310.313,57. L’esito negativo, a dirla tutta facilmente prevedibile, rilancia però la proposta che il Partito Democratico avanza ormai da mesi sia in Consiglio Regionale che Comunale (dove è stato bocciato uno specifico ordine del giorno), ovvero la possibilità che la Regione Abruzzo partecipi alla prossima gara, specie in previsione di un ulteriore ribasso d’asta.
L’acquisizione quantomeno del primo lotto consentirebbe infatti di riunire in un unico soggetto la titolarità di acqua e beni immobili e quindi, di conseguenza, esperire un’unica gara. Soluzione che incontrovertibilmente garantirebbe il rientro dall’esborso economico e scongiurerebbe in futuro che un nuovo fallimento possa compromettere l’economia dell’intero comprensorio della Maiella.
Il secondo aspetto riguarda invece il desaparecido bando per la concessione delle acque termali. A seguito delle nostre denunce circa i ritardi sull’affidamento delle analisi sulla qualità delle acque sulfuree, il Presidente Marsilio, lo scorso 23 gennaio, si era recato a Caramanico annunciando la prossima pubblicazione dell’avviso pubblico per lo sfruttamento della risorsa idrica. Peccato che, quando siamo ormai giunti a maggio, di quel bando non ci sia ancora traccia.
A ciò si aggiungono i rifiuti del Consiglio Regionale di valutare gli emendamenti del Partito Democratico finalizzati a ristorare le attività ricettive e ristorative per il calo di fatturato dovuto alla chiusura delle terme, e la triste vicenda del primo lotto della piscina termale, i cui lavori non sono mai partiti.
Quanti altri bocconi amari devono ingoiare Caramanico Terme e il comprensorio della Maiella? Di fronte ad un simile abbandono istituzionale, da parte di chi in campagna elettorale prometteva soluzioni durature per il complesso termale, occorre alzare la voce. A tale scopo annunciamo stamane la partecipazione al prossimo Consiglio regionale della cittadinanza di Caramanico.
Alla conferenza stampa hanno presenziato anche i rappresentanti dell’Associazione Albergatori di Caramanico, i quali hanno confermato la profonda crisi accusata dal settore sollecitando risposte concrete.