Teramo. Rifondazione Comunista critica la giunta D’Alberto per l’incontro sul recovery fund, affermando che “il futuro della città non può essere nelle mani di pochi”.
“Nella serata di martedì 5 gennaio, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, dal titolo “Teramo città capoluogo: costruiamo e trasformiamo le idee”, ha dichiarato che nel pomeriggio il Comune di Teramo aveva convocato in modalità online un primo incontro finalizzato ad analizzare le opportunità offerte dal recovery fund ricadenti sul nostro territorio alla presenza di tutti gli stakeholder (tradotto in lingua italiana “soggetti interessati”) quali ateneo, fondazioni, CCIAA, associazioni di costruttori, sigle sindacali, Izs e Its, ma anche la sovrintendenza. Il circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea critica l’amministrazione comunale per le modalità con le quali è stato organizzato un incontro così importante, invitando a propria discrezione soltanto alcuni partecipanti” afferma Mirko De Berardinis, segretario cittadino Prc-Se Teramo.
“Innanzitutto sarebbe stato più giusto e utile informare la cittadinanza prima dell’evento, per annunciare lo svolgimento di tale iniziativa e non soltanto alla fine, a cose fatte” spiega De Berardinis. “Ma in particolare vogliamo chiedere all’amministrazione comunale: trattando un tema così rilevante e delicato come le opportunità per il nostro territorio offerte dalle future risorse del recovery fund, siete proprio sicuri di aver invitato tutti i “portatori d’interesse”, come scritto dal sindaco? Al contrario, riteniamo che nel fondamentale dibattito relativo alla progettualità futura della nostra città capoluogo vadano coinvolte molte altre realtà che oggi sono state dimenticate. Perché non sono stati invitati gli Ordini professionali, tra cui ingegneri, geometri e architetti, che svolgono un ruolo decisivo proprio nell’elaborazione dei progetti? Dove sono le associazioni ambientaliste che possono apportare un determinante contributo per lo sviluppo ecosostenibile del territorio? Le risorse del recovery fund hanno tra i principali criteri proprio quello della sostenibilità ambientale”.
“Perché non allargare la partecipazione anche alle associazioni di categoria, alle associazioni culturali radicate da anni nel territorio e ai comitati di quartiere che stanno svolgendo un ruolo significativo nelle tante tematiche cittadine e rappresentano una voce indispensabile per i molteplici problemi che affliggono le frazioni?” prosegue il segretario Prc-Se. “Nelle attività di co-programmazione e co-progettazione l’amministrazione deve coinvolgere anche gli enti del terzo settore. Tutti loro potrebbero sicuramente offrire una fattiva collaborazione di idee per trasformare, innovare e ripensare ruoli, spazi, servizi e funzioni della nostra Teramo”.
“Chiediamo pertanto all’amministrazione comunale di cambiare da subito e radicalmente le modalità con cui si sta pensando di discutere e progettare il futuro della nostra città. Ci auguriamo di non rivedere l’orrendo film già visto in passato: per troppi anni il destino di Teramo è stato deciso a porte chiuse, dentro ai salotti, dalle solite famiglie di politicanti e notabili, dai banchieri e da palazzinari senza scrupoli, pronti a distruggere il bello e cementificare per i loro profitti. È necessario favorire la partecipazione dal basso dei cittadini, promuovendo l’inclusione delle realtà che si occupano di democrazia partecipativa affinché tutti vengano dignitosamente rappresentati, per una Teramo del futuro verde e sostenibile, che punti sulla ricostruzione e rigenerazione urbana, valorizzando il suo patrimonio culturale, storico e artistico” conclude De Berardinis.