Teramo. Oggi, alle ore 10.00, nella frazione di San Nicolò a Tordino della Città di Teramo, si è svolta la cerimonia di intitolazione della “Via Antonio Fazzini. Carabiniere Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria. 1926-1968”.
Hanno scoperto la targa di intitolazione le autorità presenti:il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, l’onorevole Giulio Sottanelli, il viceprefetto di Teramo, Marinella Iodice, il questore di Teramo, Lucio Pennella, il comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, colonnello Pasquale Saccone, ed il presidente della Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Teramo, Maresciallo Maggiore in congedo Pietro Piccioni, unitamente alle figlie del militare, Miria e Palma, nonché alla sorella Ilde ed al fratello Gilberto, anche egli appuntato dei carabinieri in congedo.
Il rito della benedizione è stato officiato dal vescovo di Teramo ed Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi.
Presenti anche alcune scolaresche dell’Istituto Scolastico Comprensivo Teramo 4, accompagnate dalla professoressa Silvia Marcelli. Nella circostanza, una studentessa ha letto un elaborato degli alunni della prima media, nel quale l’appuntato Fazzini è stato descritto come un eroe delle fiabe.
Il comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, Pasquale Saccone, con il suo discorso, nel rievocare l’eroico fatto compiuto dal militare, ha affermato che: “Dedicare una via all’appuntato Fazzini significa anche additare alle generazioni future i valori dell’esempio, della solidarietà e dell’altruismo, valori del capitale umano su cui è necessario continuamente investire per una società più giusta e solidale”.
“Facendomi interprete dei sentimenti di tutti i carabinieri della provincia di Teramo rivolgo un deferente saluto a tutte le Autorità intervenute, ai concittadini presenti ed ai cari ragazzi intervenuti dell’Istituto Scolastico Comprensivo Teramo 4.
Con la vostra presenza contribuite ad elevare il significato di questa cerimonia di intitolazione di una strada alla memoria dell’appuntato dei carabinieri, Medaglia d’Oro al Valor Civile – Antonio Fazzini.
Un saluto deferente e commosso alle figlie del nostro militare, Palma e Miria, nonché alla sorella Ilde ed al fratello Gilberto, appuntato dei carabinieri in congedo, tutti qui presenti.
Desidero, inoltre, ringraziare l’amministrazione comunale di Teramo, nella persona del sindaco, dottor Gianguido D’Alberto, che ha subito accettato l’invito di voler intitolare questa strada ad un decorato dell’arma dei carabinieri, figlio di questa terra, cui oggi noi dedichiamo un ulteriore e convinto ricordo, che diventerà per sempre oggetto di memoria collettiva.
Un sentito grazie, infine, voglio esprimerlo al maresciallo maggiore in congedo Pietro Piccioni, Presidente della Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Teramo, che è stato il primo promotore di tale significativa iniziativa, che dimostra, una volta di più, quanto l’Associazione Nazionale Carabinieri sia una risorsa preziosa nel tessuto sociale cittadino e come si resti carabiniere anche al di fuori della dimensione del servizio.
Era il 24 aprile 1968, quando l’appuntato Fazzini sacrificava la vita ai più alti ideali di umana solidarietà, nel nobile e altruistico intento di salvare la vita di un tecnico dell’Enel che era stato colpito, poco prima, da una scarica elettrica.
L’Appuntato Fazzini, in quel momento, lasciava la moglie, Levesina Di Donato e due figlie piccole, di 4 e 10 anni, Palma e Miria, come detto, con noi presenti oggi per onorare il loro eroico papà.
Antonio Fazzini era nato a Teramo il 17 gennaio del 1926 e, allorquando è accaduto il tragico evento, era in forza alla Stazione dei Carabinieri di Maltignano (Ascoli Piceno). Con altri colleghi aveva il compito di vigilare sugli impianti della centrale idroelettrica di Mozzano per garantire la sicurezza degli stessi, al fine di evitare atti di sabotaggio poiché da alcuni giorni erano in atto disordini e attentati terroristici che coinvolgevano anche tali obiettivi strategici.
Erano le ore 19 di quel 24 aprile, quando un ingegnere dell’Enel, Carlo Bernardini, stava tentando di riparare un guasto che si era verificato nella sala interruttori. L’uomo improvvisamente veniva colpito da una scarica elettrica a cui seguiva un incendio. L’appuntato Fazzini si trovava nei pressi e, nel tentativo di salvare l’ingegnere 41enne, entrava nel locale già avvolto dalle fiamme, tentando, invano, di trarlo in salvo e immolando la propria vita, all’età di soli 42 anni.
Per quell’eroico gesto, il Presidente della Repubblica, il 10 dicembre 1968, conferiva “alla memoria” del nostro militare una Medaglia d’Oro al Valor Civile, con la seguente motivazione: “In servizio d’ordine e sicurezza in una centrale idroelettrica, non esitava a lanciarsi, con generoso sprezzo del pericolo, in soccorso di un tecnico vittima di improvvisa folgorazione nel disperato tentativo di strapparlo a sicura morte”.
Qualche mese prima, il 26 luglio 1968, il comandante generale dell’arma dei aarabinieri gli aveva conferito un encomio solenne (come prima attestazione di merito “alla memoria”), con la seguente motivazione: “In servizio di vigilanza ad importante centrale elettrica in occasione di sciopero del personale, pur cosciente del pericolo cui andava incontro, si slanciava con decisione in soccorso di un ingegnere – addetto al complesso – investito da una scarica elettrica sprigionatasi improvvisamente dalle apparecchiature e, nel generoso tentativo di strapparlo a sicura morte, rimaneva con lui folgorato. Mirabile esempio di profondo altruismo ed alto senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio”.
Il suo sacrificio, dunque, sarà sempre ricordato come un esempio di altruismo, senso del dovere, spinto, purtroppo, alle estreme conseguenze.
Antonio Fazzini è stato prima di tutto un uomo di grande umanità e un grande servitore dello Stato, sempre disponibile e cordiale con tutti e pronto a manifestare la sua generosa disponibilità ai cittadini. Si è contraddistinto nella sua, purtroppo breve esistenza, come un baluardo di coraggiosa umanità, esempio mirabile di dedizione, di amore verso il prossimo e di sacrificio personale.
Signor sindaco, questa intitolazione testimonia ancor più quanto, suo tramite, la comunità di Teramo tenga all’arma dei carabinieri e la consideri parte integrante del suo tessuto sociale, consolidando non solo la propria vicendevole vicinanza istituzionale ma anche la storia della Città e delle libere Istituzioni che con essa interagiscono.
Dedicare una via all’appuntato Fazzini significa anche additare alle generazioni future i valori dell’esempio, della solidarietà e dell’altruismo, valori del capitale umano su cui è necessario continuamente investire per una società più giusta e solidale.
Quello odierno, perciò, non è solo un atto simbolico ma è un reale e concreto riconoscimento a un nostro carabiniere che trova il prestigio che merita nella terra in cui è nato.
Grazie”, questo il discorso del comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, colonnello Pasquale Saccone.