
Sono stati assolti gli imprenditori di Teramo accusati della truffa relativa al fotovoltaico. Più nello specifico, si tratta di cinque importanti personalità locali – compreso un ex consigliere comunale – che si pensava avessero ordito una frode: l’obiettivo era ottenere in modo illegale più di sei milioni di euro, per installare dei pannelli fotovoltaici.
Il tutto, però, si è concluso con un’assoluzione. Non sono state ancora illustrate le motivazioni vere e proprie, ma è stato dichiarato che saranno annunciate di qui a novanta giorni. Non ci saranno comunque illeciti amministrativi per le società coinvolte, quelle chiamate Andromeda Energy, Torricella Energy, Civitella Energy e Campli Energy.
Il collegio difensivo era formato da cinque avvocati, Gianni Falconi, Fabrizio Acronzio, Gennaro Lettieri, Eugenio Galassi e Lino Nisii.
I tempi dei processi giudiziari sono sempre molto lunghi e lenti, e questo evento non ha fatto eccezione. Sono state tante le persone interessate, tante le esistenze rimaste in sospeso: ma ora la sentenza è stata emanata, ed è finalmente possibile tirare un sospiro di sollievo dopo vari anni. Per il giudice, del resto, il fatto in sé non sussiste.
Gli imprenditori accusati
I cinque imprenditori oggetto dell’accusa sono:
- Giuliano Gambacorta, 73 anni, ex consigliere comunale ed ex funzionario regionale di Teramo;
- Mario Marini, 68 anni, di Giulianova;
- Francesco Marini, 49 anni, di Giulianova;
- Stefano Miatto, 56 anni, di Venezia;
- Davide Ghezzi, 47 anni, con residenza a Milano.
Questi i nomi che, a Teramo, sono stati per un bel po’ sulla bocca di tutti. L’assoluzione, con la formula più ampia, è giunta dal giudice monocratico Francesco Ferretti.
L’imputazione
Come ipotesi di reato sottoposte a processo sono da citare la truffa, la sostituzione di persona e il falso. Nel 2010 i suddetti imprenditori sono stati incriminati per aver ricevuto oltre sei milioni di fondi pubblici in modo indebito, con lo scopo di utilizzare il fotovoltaico per la produzione di energia.
C’era anche un altro reato sostenuto dalla Procura, che aveva il proprio portavoce nel sostituto procuratore Davide Rosati. Alle accuse in questione, infatti, si aggiungeva quella di associazione a delinquere: tuttavia questa era già caduta durante l’udienza preliminare.
Le imputazioni definitive, dunque, erano tre. Truffa, falso e sostituzione di persona. Tutte smentite dopo circa 11 anni.
Gli impianti fotovoltaici oggetto dell’accusa
In totale, erano quattro gli impianti che hanno dato origine alle accuse e al processo agli imprenditori di Teramo. Stando alle affermazioni della Procura, tali impianti sarebbero stati edificati senza tenere in conto la normativa attuale. La legge sarebbe stata aggirata per la loro costruzione, un fatto che ha rappresentato la base per l’accusa.
Per riprendere le parole del capo di imputazione, i cinque imprenditori teramani si sarebbero macchiati di “delitti commessi all’indebita percezione di finanziamenti per la produzione di energia elettrica tramite fotovoltaico”. Sarebbero state fondate e gestite delle compagnie ad hoc per realizzare questi impianti: le aziende nominate in precedenza, ossia Andromeda Energy, Torricella Energy, Civitella Energy e Campli Energy.
La Procura ha parlato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Il collegio difensivo ha provveduto a smontare queste imputazioni, mettendo la parola fine alla vicenda.
Qualche altro dettaglio sulla circostanza
Continuando a citare il capo di imputazione, si è detto che Mario e Francesco Marini, Gambacorta, Miatto e Ghezzi avrebbero raggirato una serie di autorità: quella di Bacino per l’Abruzzo, il Comune di Teramo e la società Gestore Servizi Energetici. Naturalmente, tutto ciò non ha fatto altro che pesare ancora di più sull’accusa.
In più, gli imprenditori avrebbero riscosso contributi pubblici per produrre abusivamente energia elettrica. Questo è il fulcro dell’episodio, che si è trascinato dal 2010 fino a oggi. L’avvenimento è terminato con la vittoria degli avvocati difensori, Falconi, Acronzio, Galassi, Nisii e Lettieri.
Nella realtà di Teramo, questo caso ha davvero suscitato scalpore. Attendiamo l’annuncio delle ragioni che hanno condotto all’assoluzione; ne sapremo di più tra qualche mese.