Montereale. Era già stato sottoposto, il 12 maggio scorso, agli arresti domiciliari, L.A., classe ’49, il monterealese che, secondo gli elementi raccolti dalla Stazione Carabinieri di Montereale, negli ultimi anni, si era reso responsabile di condotte persecutorie nei confronti di una coppia, aveva tentato di approcciare sessualmente una esercente ed aveva minacciato un pubblico ufficiale dipendente comunale. L’impianto accusatorio, integralmente recepito dalla Procura di L’Aquila, guidata dal Procuratore distrettuale Michele Renzo, e tradotto in richiesta di misura cautelare dal Sostituto Procuratore Guido Cocco, ha fatto si che in tempi rapidissimi il Giudice per le indagini preliminari emanasse una misura cautelare degli arresti domiciliari dello stesso.
Ciò non è bastato. Infatti l’uomo, durante il periodo in cui era sottoposto al provvedimento restrittivo della libertà personale, ha ripetutamente violato le prescrizioni impostegli dall’autorità giudiziaria continuando ad importunare i cittadini di Montereale al punto da arrecare vero e proprio pericolo per l’intera comunità sfrecciando con la propria vettura nelle vie cittadine. Le lamentele di questi ultimi alla Stazione Carabinieri di Montereale hanno riscontrato quanto già gli stessi militari avevano accertato e stavano comunicando alla Procura della Repubblica proprio al fine di provare la pericolosità del soggetto. Grazie alla grande attenzione che la Procura della Repubblica di L’Aquila ha dedicato al caso in esame, in poche ore si è quindi valutato inidoneo il provvedimento che disponeva gli arresti domiciliari richiedendo ed ottenendo dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari una misura maggiormente afflittiva ed adeguata alla pericolosità del soggetto.
L.A. è stato quindi prelevato dalla propria abitazione dai carabinieri di Montereale e tradotto presso l’istituto penitenziario di L’Aquila consentendo, grazie all’efficienza ed alla celerità dimostrata dai competenti uffici giudiziari, alla comunità di Montereale un sereno vivere civile. Infatti proprio a seguito dell’arresto operato a maggio le autorità di Montereale hanno espresso soddisfazione per l’operato di Carabinieri e magistratura atteso che le condotte dell’uomo apparivano “preoccupanti” all’intera comunità.