Lanciano. C’è un tentativo di strangolamento alla base del reato di tentato omicidio aggravato con il quale i carabinieri della compagnia di Ortona e il nucleo operativo di Chieti hanno arrestato Antonio Fiabante, 51 anni, di Pieve di Doligo (Treviso), che si occupa di slot machine.
Vicenda legata a un caso di aggressione avvenuto il pomeriggio di giovedì 11 aprile in un parcheggio esterno al casello autostradale di Lanciano a danno di A. S., 57 anni, di Termoli ma residente a Vasto, promotore finanziario, con interessi in Brasile. L’indagato aveva un appuntamento con un socio d’affari, divenuto poi la vittima, che è stato aggredita, legato ai polsi con fascette di plastica, colpito con scariche di una pistola teaser. I due dovevano parlare di debiti e un investimento all’estero andato male per oltre 100 mila euro. L’agguato si è concluso con l’arrivo di altri automobilisti che hanno fatto scattare l’allarme. Mentre l’aggressore rientrava in autostrada per la fuga, a bordo di un Fiat Doblò, il ferito veniva ricoverato all’ospedale di Chieti dove i sanitari gli hanno diagnosticato evidenti segni di strangolamento, due costole rotte e un pesante trauma cranico, con prognosi iniziale di 30 giorni.
Dopo le ricerche l’indagato, rientrato in Veneto, è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Treviso in attesa dell’interrogatorio di garanzia per rogatoria. Il suo arresto è stato firmato dal gip di Lanciano Massimo Canosa, si richiesta del procuratore capo Mirvana Di Serio e il pm Francesco Carusi. I due soci si erano dati appuntamento al casello di Lanciano altre volte ma in questa circostanza il trevigiano voleva chiudere il contenzioso e risolvere anche la questione di debiti.