L’Aquila. Le prime fave sono già raccolte nel Lazio con quasi un mese di anticipo in Puglia sui banchi degli agricoltori ci sono già anche i cavoli viola e rosso, e nel Veneto gli asparagi sono maturati oltre
dieci giorni prima del normale mentre nel mercato di Campagna Amica di Roma gli agricoltori vendono già
anche le fragole di Terracina, il carciofo romanesco, gli agretti, le zucchine e le erbe spontanee.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti reali dei cambiamenti climatici in Italia in occasione dell’ultimo weekend che prelude a quello di primavera dedicato all’arrivo delle primizie in tutta Italia.
E con la fine dell’inverno e il cambio di stagione, secondo un’indagine online su sito www.coldiretti.it, si riscopre la voglia di portare in tavola nuovi prodotti con oltre otto italiani su dieci (82%) che colgono l’occasione dell’arrivo delle primizie per rinnovare il menu. La preoccupazione è per il caldo fuori stagione e la siccità che, sottolinea la Coldiretti, “hanno mandato in tilt le coltivazioni nei campi lungo tutto lo stivale e stravolto completamente le offerte stagionali”.
Il 2023, ricorda l’associazione, si classifica fino ad ora al Nord come il più bollente di sempre con una temperatura di 1,44 gradi superiore la media storica ma l’anomalia riguarda in realtà l’intera Penisola dove la temperatura è stata comunque superiore di 0,76 gradi nei primi due mesi dell’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800 ed evidenzia anche precipitazioni al di sotto della media nel primo bimestre dell’anno dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno.
E non si tratta di un fatto isolato se il 2022 che si è stato in Italia l’anno più caldo dal 1800 in una classifica che si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, 2015 e il 2014. In questa finta primavera sorvegliate speciali sono le piante da frutto, dai mandorli agli albicocchi fino ad alcune varietà di pesche, che si sono risvegliate in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera e, in molti casi, sono fiorite e risultano ora particolarmente vulnerabili ad un eventuale ritorno del maltempo.