Pescara. Il 2 novembre siamo stati al teatro Florian Espace per assistere al debutto di Paolo dei Lupi, la nuova opera scritta e recitata dall’attrice Francesca Camilla D’Amico.
La trama è liberamente ispirata alla vita del biologo e poeta Paolo Barrasso, nato a Sulmona e vissuto fino alla sua scomparsa nel 1991 a Caramanico Terme, in provincia di Pescara, dove lavorava per il Corpo Forestale dello Stato dedicandosi alla ricerca e salvaguardia della fauna selvatica e dell’ambiente montano. Il suo contributo è stato notevole per la costituzione del Parco Nazionale della Majella.
L’antefatto.
Sul finire degli anni ’70 la popolazione del canis lupus italicus, il Lupo Appenninico, era ridotta ad un centinaio di esemplari. Sterminata da secoli di pratica persecutoria, come del resto molti altri animali in natura, con lo sforzo congiunto dei ricercatori delle Università de L’aquila e Roma nacque “l’Operazione San Francesco” per studiare e censire i residui lupi rimasti sulle montagne abruzzesi. Anche questo, ma non solo, fu il lavoro di Paolo Barrasso: comprendere il comportamento di questi animali per favorire la loro riproduzione e sopravvivenza nei luoghi d’origine.
I protagonisti
I protagonisti della storia emergono vividamente dall’interpretazione di Francesca Camilla D’Amico. La sua voce vibrante e le movenze mutano con il girare dei ruoli e fa breccia nella nostra immaginazione tanto da far perdere il contatto con l’apparente soliloquio e ciascun carattere ci appare con le sue fattezze. Ecco Paolo, accompagnato dal fidato pastore abruzzese Orso, il distinto e oscuro cacciatore e il chiacchiericcio degli altri, il piccolo Simone, il primo lupo Fratello, la compagna Lama Bianca e i suoi cuccioli, la Passo Lungo, un fuoristrada Land Rover con guida a destra dotato di faro frontale e antenne per la ricezione dei segnali provenienti dai radiocollari indossati dai lupi. Insieme ai personaggi, prepotentemente emergono i paesaggi e le stagioni grazie al contributo visuale di una essenziale e magistrale scenografia, curata da William Santoleri.
Francesca Camilla D’Amico rappresenta, con il suo impegno teatrale, se non un unicum sicuramente una rara figura di contastorie abruzzese, che unisce alle capacità espressive ed artistiche una grande sensibilità per la narrazione dell’Abruzzo, delle sue genti e della loro lingua. La scrittura di Francesca è pulita, essenziale e mai ridondante, così come la sua interpretazione. In Paolo dei Lupi sono confluiti i racconti di molti amici e colleghi di Barrasso, cui oggi sono dedicati il Centro Visitatori Valle dell’Orfento di Caramanico Terme e il Museo Naturalistico-Archeologico al suo interno.
Paolo dei Lupi si rivolge ad adulti e ragazzi, è un racconto che parla del delicatissimo transito verso una nuova consapevolezza e un (non ancora del tutto) ritrovato equilibrio tra uomo e natura, facendo appello a valori universali, quelli che da sempre sono capaci di cucire le ferite evolutive dell’umanità. Barrasso emerge come l’eroe quotidiano che ai titoli accademici antepone il fare (sul campo) ed è capace di elevare la propria vocazione in azione ispiratrice (come accade nel rapporto con il piccolo Simone).
Una serie di convergenze, come ha ricordato l’autrice nell’incontro seguito allo spettacolo, ha contribuito alla genesi dell’opera teatrale. Ascoltarne le origini, nel dibattito seguente, è stato altrettanto coinvolgente quanto assistere al monologo. Appare, così, più evidente il perché “gli dei del teatro lo abbiano fortemente voluto” (cit.).
Scritto da Francesca Camilla D’Amico
Regia Roberto Anglisani
Con Francesca Camilla D’Amico
Scene William Santoleri
La canzone originale “Brother Wolf” è di Hannah Fredsgaard-Jones
Foto di scena Fabrizio Giammarco
Disegno e grafica Filippo Mauro Motole
Produzione Bradamante Teatro Racconto Territori
Coproduzione Florian Metateatro Centro di Produzione Teatrale
Patrocinio del Parco Nazionale della Majella.