L’Aquila. “E’ aberrante come la politica continui a giocare sulla pelle delle imprese aquilane”. Così il presidente dell’associazione nazionale piccole e medie industrie edili e manifatturiere (Aniem) provinciale dell’Aquila, Danilo Taddei, sulla vicenda della restituzione delle tasse sospese a circa 350 imprese e professionisti dopo il sisma del 2009 ed ora richieste dalla Commissione europea perché le somme ingenti, circa 100 milioni di euro, sono state considerate aiuti di Stato. Il richiamo su “una questione sul tappeto da anni e mai risolta con il rischio che una economia di un territorio ancora in ginocchio per il sisma muoia definitivamente” è in particolare alla politica nazionale intesa come governi uscente e governo attuale. L’intervento dell’Aniem giunge in un momento in cui non c’è all’orizzonte nessun provvedimento, compresi gli emendamenti fermi nella commissione speciale del Senato, che possa sbloccare la situazione con imprese e professionisti che sono alle prese con cartelle esattoriali che scatteranno, dopo l’ultima proroga, a dopo l’estate. “Seppure si debba riconoscere che l’attuale classe politica ha ereditato un problema già esistente, e nonostante la stessa si stia adoperando per l’innalzamento della soglia del cosiddetto de minimis da 200mila a 500mila euro per “alleggerire” il salasso della restituzione delle tasse sospese per 18 mesi dopo il terremoto del 2009, neanche questa volta si è addivenuti ad una soluzione”, continua l’imprenditore, “l’emendamento che la Commissione speciale per il Senato sta valutando, e che riguarda meramente l’innalzamento del de minimis, può considerarsi una soluzione temporanea, ma non è affatto sufficiente”.
L’Aniem della provincia dell’Aquila, non ritiene “a questo punto, che ai decisori sia chiaro il danno che attualmente grava sugli operatori economici del cratere sismico, che si ritrovano ad essere costretti a chiudere i propri bilanci con significative perdite derivanti dalle maggiori ed inaspettate richieste economiche da parte degli organi preposti al recupero delle imposte sospese post-sisma 2009, rischiando anche di costringere le propria società a chiudere, licenziando i propri dipendenti, e mettendo sul lastrico migliaia di famiglie. In un momento in cui si parla di miliardi di euro futuri come se fossero noccioline”, spiega ancora Taddei, “ritengo che si debba guardare ai problemi presenti, che potrebbero essere risolti senza aggravio di fondi, e nel semplice rispetto delle leggi emanate dal Parlamento italiano, leggi alle quali tutte le imprese coinvolte si sono attenute, e che a suo tempo hanno puntualmente rispettato”. Secondo il presidente Aniem provincia dell’Aquila, “il governo giallo-verde ha l’obbligo di riparare il danno causato esclusivamente dai precedenti esecutivi in seguito alla mancata notifica, a suo tempo, del provvedimento di agevolazione del territorio colpito dal sisma”, ed inoltre ritiene “doveroso per chi attualmente governa, pensare, oltre che all’annullamento di ogni tipo di azione di recupero, allo stanziamento di somme per ristorare i danni alle realtà economiche del cratere, causati dalla permanenza dello stato delle cose: spese legali, consulenze, perizie e quant’altro necessario all’accertamento e/o quantificazione delle posizioni individuali richieste dal Commissario per il recupero delle somme”.