Chieti. La sanità abruzzese è in allarme. I medici di famiglia della ASL di Chieti sono scesi in piazza con un flash mob per protestare contro i tagli previsti nel Programma Operativo 2025/2027, che, secondo le stime, ridurrebbe di 8 milioni di euro i fondi destinati alla medicina generale. La manifestazione è stata anche una risposta alle continue pressioni da parte dell’azienda sanitaria per presunti errori prescrittivi.
Dopo la protesta, il capogruppo del PD Silvio Paolucci ha espresso la sua vicinanza ai medici, sottolineando come la situazione stia diventando insostenibile. “Solidarietà e vicinanza ai medici di famiglia della ASL di Chieti che oggi hanno dovuto dare vita a un flash mob per difendere il diritto alle cure e la dignità della professione,” ha affermato Paolucci. “Anche su di loro si abbatte uno degli effetti più forti del deficit della sanità, i tagli non solo alle prestazioni, non solo i farmaci, ma anche le spettanze del personale che ogni giorno è in trincea”.
“La protesta dei medici è motivata dall’ennesima convocazione da parte della ASL per presunti errori prescrittivi risalenti al 2023, nonostante i dati abbiano mostrato un miglioramento significativo grazie alla collaborazione tra medicina generale e servizio farmaceutico territoriale” spiega Paolucci, “è inaccettabile che i medici siano sottoposti a una pressione costante e che vengano utilizzati come “salvadanaio” dell’azienda sanitaria, con la richiesta di curare i bilanci aziendali anziché i pazienti.
Situazione che si aggraverà con le scellerate scelte contenute nel Programma Operativo di Marsilio che prevede un taglio di ulteriori 8 milioni di euro. Tutto questo mentre la Regione Abruzzo è in coda alle spese del Pnrr – sanità territoriale – e non si è a conoscenza se si riusciranno a spendere le risorse assegnate, si continua a disinvestire sul territorio e sulle figure che, come quelle dei medici di Medicina generale, tanto sotto di numero che oltre 60.000 cittadini non hanno ad oggi il medico curante, che dovrebbero appunto rappresentare professionalità centrali della sanità di prossimità.” Conclude, “una situazione che incide sul loro diritto a lavorare con serenità e soprattutto a mantenere un rapporto di fiducia con i pazienti”.
Anche l’On. Camillo D’Alessandro, presidente regionale Italia Viva, interviene sull’argomento: “A oltre la metà dei medici di base della Provincia di Chieti viene contestato dalla Asl , e non è la prima volta, il fatto che i medici fanno i medici: cioè prescrivono prestazioni sanitarie e medicinali ai propri pazienti, nell’esercizio del loro dovere di cura. I medici non hanno la facoltà, ma il dovere e la libertà deontologica di prescrivere ciò che ritengono necessario per la cura e la prevenzione del loro paziente.
Si tratta di un clima infame, quello di fare passare i medici di famiglia come centri di spesa. Ma con quale serenità possono continuare a fare il loro lavoro? Cresce la protesta dei cittadini che si vedono negare il loro diritto alla salute e se la prendono con i medici sul territorio. E non è un caso che non ci siano più giovani medici disponibili a svolgere questo lavoro, intere aeree territoriali sono scoperte.
La verità è che l’ASL impone di fare cassa, di curare il buco di bilancio e non i pazienti. E per la Verì e Marsilio va tutto tremendamente bene. Noi siamo al fianco dei lavoratori della salute, i medici sul territorio, che rappresentano l’ultima difesa al nostro diritto alla salute”.