L’Aquila. “Fin dalla scoperta dei primi casi positivi di Coronavirus, in Regione Abruzzo si sono riscontrati gravi problemi organizzativi con la gestione dei tamponi, che si sono ingigantiti all’aumentare delle positività.
Sono soprattutto i ritardi nelle risposte a creare rischi per la cittadinanza, in particolar modo al personale sanitario. In ben due circolari ministeriali, si specifica come per i lavoratori nelle strutture ospedaliere le risposte devono arrivare entro le 36 ore. Purtroppo però, nel nostro territorio, abbiamo avuto casi di operatori a cui è stata comunicata la positività al virus addirittura 15 giorni dopo aver effettuato il tampone. Un arco di tempo nel quale il soggetto in questione ha proseguito il proprio lavoro in ospedale, diventando inconsapevole vettore del virus. Solita lentezza si registra anche nell’avere risposte per i comuni cittadini. Il tempo medio per i risultati è valutabile tra i 15 e i 20 giorni, ma abbiamo avuto casi di persone rimaste barricate in casa, in quarantena preventiva, anche per 50 giorni in attesa di risultati che non arrivavano. Si tratta di circostanze di gravità assoluta, e chi ha in mano la macchina organizzativa regionale, a cominciare dalla giunta Marsilio guidata da Lega e Fratelli d’Italia, deve dare delle spiegazioni”.
Lo afferma il vice presidente della commissione Sanità in quota M5S Francesco Taglieri: “la procedura del tampone è delicata e deve essere effettuata senza errori per evitare di falsificare il test, ottenendo risposte che non corrispondono alla verità, e per questo è importante che a effettuarla siano operatori esperti, capaci di evitare qualsiasi rischio di contaminazione. Il campione ottenuto va inviato immediatamente al laboratorio analisi o conservato in contenitori refrigerati a non oltre 4 °C per 48 ore. In alternativa può essere conservato per periodi più lunghi congelandolo a -80 °C. La successiva fase di analisi in laboratorio, prevede una serie di processi chimici la cui durata si aggira sulle 4 ore. E questo è il tempo tecnico minore possibile per ottenere un responso su un lotto più o meno numeroso di campioni. Dato che la media dei tamponi testati è di circa 500 al giorno, con punte di 1000, questi numeri possono giustificare risposte entro due o tre giorni, e 24 ore nei casi con priorità, ma la mancanza di organizzazione a livello regionale porta a tempi di attesa molto più lunghi”.
“In Abruzzo” continua “abbiamo estrema necessità di avere veloci risposte ai tamponi, soprattutto tra gli operatori. I numeri, riscontrati analizzando i documenti e le inchieste giornalistiche, offrono un quadro che rischia di essere molto grave, con un’incidenza del personale sanitario sul totale dei casi positivi più alta rispetto alla media nazionale. E se era comprensibile, allo scoppio della pandemia, una iniziale difficoltà organizzativa, dopo due mesi la situazione non è più tollerabile”.
“Quando in ballo c’è la salute e la vita degli abruzzesi, non si può perdere altro tempo. Le responsabilità sono in capo a chi aveva il dovere di strutturare una macchina organizzativa efficace ed efficiente ma, allo stato attuale, non è riuscito nel proprio intento. A cominciare dal presidente della giunta Marsilio e dall’assessore alla Sanità Verì, per poi arrivare alle dirigenze delle singole Asl.
Dopo settimane in cui niente si smuove, è il momento che chi deve assumersi le proprie responsabilità lo faccia. O iniziano a portare veramente a compimento il lavoro per cui vengono profumatamente pagati, o è meglio se tolgono il disturbo e lasciano fare ad altri”, conclude.