L’Aquila. Diverse le manifestazioni e le commemorazioni in Abruzzo per celebrare la festa della liberazione. All’Aquila, le iniziative istituzionali, con omaggi ai Caduti della Banca d’Italia, ai Nove Martiri e ai Caduti della Patria, csono affiancate da iniziative di gruppi e movimenti riuniti nel cartellone ‘L’Aquila antifascista’. Tra queste, “Colazione resistente”, in piazzetta IX martiri e una “parata antifascista” nel pomeriggio a San Bernardino. Saranno ricordate anche le stragi di Onna e Filetto.
“Una peonia a Piazza 9 Martiri dove si ricordano i ragazzi aquilani trucidati, il tulipano ad Onna dove i nazifascisti uccisero 17 persone (3 si chiamavano come me, Pezzopane). E poi a Filetto, alla Villa Comunale, alla mostra di Alberto Aleandri e di Fuori Genere sulla resistenza e le resistenti. E poi il tulipano sulla lapide alla Caserma Campomizzi dove morirono i 9 martiri. Ricordare è un dovere. La Costituzione Italiana è antifascista perché fu voluta da tutti coloro che combatterono il fascismo, uniti insieme: cattolici, socialisti, comunisti, liberali, repubblicani, persino monarchici. Nelle differenze, su un punto furono comunque chiari, la costituzione è antifascista ed è vietata ogni forma di ricostituzione del fascismo. Il negazionismo ed il revisionismo portato avanti ancora da esponenti politici dell’estrema destra e purtroppo anche di FdI, è pericolosa anticamera di nuove violenze e prevaricazioni. Perciò oggi era importante esserci, anche a cantare con tanti giovani la canzone dei partigiani, “Bella ciao”, perché la storia della liberazione e della resistenza è la storia più bella di riscatto che ci potesse capitare. Grazie a chi ci ha liberati, il nostro impegno è renderci degni del loro combattere”.
Così ha dichiarato l’on Stefania Pezzopane, consigliera comunale e componente della Direzione nazionale Pd, partecipando agli eventi del 25 aprile.
Il parco dell’ex Caserma Cocco, invece, ha ospita le iniziative della Liberazione a Pescara, a parte l’omaggio ai nove partigiani fucilati l’11 febbraio ’44. Il parco sarà ritrovo per associazioni, sindacati, artisti, con tanto di ‘Critical mass’ in bicicletta per la città. Nel pomeriggio è previsto un presidio in Corso Umberto “conto le centrali dell’odio” di Forza Nuova.
“Ora il nostro il 25 aprile si trasforma anche nella liberazione da tutte le barriere architettoniche e culturali. Ma non se non fosse esistito il 25 aprile 1945 non ci sarebbe stata quella libertà che oggi consente all’Associazione Carrozzine Determinate e alla Cgil di tutelare i diritti umani di tante persone con disabilità e lo possiamo fare grazie al sacrificio di tanti uomini e donne che sono morti per la libertà e che ci hanno messo a disposizione le armi democratiche per combattere ogni discriminazione per affermare la ricchezza della diversità”. Lo ha detto Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine Determinate, nel ricevere la targa con la quale annualmente l’Anpi provinciale di Pescara omaggia chi si distingue per le attività legate ai valori costituzionali.
La premiazione si è svolta nella festa della Liberazione che è in corso di svolgimento al Parco Cocco di Pescara alla quale partecipano 45 associazioni cittadine e che vede la presenza di centinaia di persone. “Vi assicuro”, ha proseguito Ferrante, “che è molto difficile far capire che cosa si addentra nel descrivere le atrocità commesse anche a danno delle persone con disabilità ritenuti indegni di vivere, un peso economico per la società, un pericolo per la salvaguardia della popolazione sana: forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò per più dalle le persone con disabilità, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione, eutanasia sviluppate poi nella Shoah: le vittime furono 5 mila tra il 1938 e il 1941, con il sistema dell’iniezione letale. Se non ci fosse stato il 25 aprile non avremo avuto questa libertà per tutelare le persone disabili”, conclude.
Dal 2012, ogni 25 aprile si ripete la Biciclettata La libertà che venne dal Mare, a Roseto degli Abruzzi, una biciclettata simbolica per giungere nei luoghi dove le “vele nere”, le barche dei pescatori rosetani che portavano in territorio alleato prigionieri e perseguitati. La biciclettata giunge alla foce del torrente Borsacchio dove, in una notte senza luna, una soffiata avvertì i tedeschi e le barche ed i giovani in fuga vennero aggrediti. Uno di loro, Biagi De Nigris morì sul posto ed altri furono incarcerati in attesa di esecuzione, fatti salvi con la liberazione.
Anche a Pratola Peligna è stata molto partecipata la celebrazione per la festa della liberazione, al Sacrario della Maiella.
Con una cerimonia in onore dei caduti per la libertà d’Italia, l’amministrazione comunale di Giulianova ha celebrato questa mattina il 25 Aprile. Alla presenza delle autorità civili e militari, dei familiari dei caduti giuliesi, dei rappresentanti delle associazioni di volontariato e combattentistiche, una corona è stata deposta ai piedi della lapide che ricorda le vittime del bombardamento del 29 febbraio 1944. La cerimonia, coordinata dal ricercatore storico Walter De Berardinis, ha avuto momenti di commozione e di assorta partecipazione. I diplomi ministeriali alla memoria dei combattenti per la liberazione d’ Italia sono stati consegnati ai familiari di Giuseppe Brecciaroli, Pasquale Falà e Pietro Macrillanti.
“Onoriamo oggi la memoria di chi ha perso la vita per un’Italia libera, civile, democratica”, ha detto il sindaco Jwan Costantini, “e questo 78esimo anniversario ci trova uniti e decisi, oggi come ieri, a fare memoria di quanto accaduto, conservandone il ricordo e recependone l’insegnamento”.
“Il nostro tributo”, ha sottolineato il vicesindaco Lidia Albani, “va a tutti i martiri della Resistenza italiana, senza distinzione di origine e schieramento. Giovedì prossimo, al Kursaal, i ragazzi delle Terze Medie avranno modo di ascoltare il professor Antonio Parisella, presidente del “Museo Storico della Liberazione” di Roma, il museo di via Tasso. Sarà per loro e per noi un momento importante, di conoscenza e più forte consapevolezza”.
Gianluca Antonucci, presidente Anpi Chieti, ha ricordato la finalità di mantenere la memoria attiva: “L’Anpi non avrebbe bisogno di continuare ad esistere e ad avere associati come me che hanno avuto un nonno partigiano ma che comunque sono distanti da quella che è stata la Resistenza”, ha detto.
“Il problema è che dobbiamo continuare ad esistere perché c’è chi mette in dubbio e, ricordando le parole del presidente Mattarella, non si può né dimenticare né perdonare. Dobbiamo comprendere le ragioni di chi ha sbagliato ma non dobbiamo dimenticare che c’è stata gente che ha collaborato ai rastrellamenti, a fare i nomi e a fare sì che venissero portati a morte uomini e donne che lottavano per la libertà del nostro paese e questa cosa va ricordata. La Liberazione”, conclude Antonucci, “non è né di destra né di sinistra, è la base della costituzione democratica del nostro paese e ricordiamo anche che dalla lotta al fascismo ci sono stati anche i prodromi di quella idea di Unione Europea che oggi è così presente nelle nuove generazioni”.