L’Aquila. “La monetizzazione e il conseguente utilizzo dei crediti fiscali frutto del superbonus sembra demandata alle capacità economiche di ciascuna impresa, a causa del vuoto normativo e delle speculazioni nell’acquisizione dei crediti fiscali da parte di grandi gruppi finanziari che si sono create dopo le ultime decisioni del governo sul superbonus.
Questo ha fatto sì che si aprisse un mercato al ribasso in cui le aziende propongono l’acquisizione di crediti fiscali al 30-45% in meno del valore inizialmente maturato, senza contare che con il passare del tempo saranno sempre meno quelli in grado di acquistarli”. È quanto afferma il presidente provinciale di Federterziario L’Aquila Massimo Lombardo. “Di fatto, c’è un vuoto normativo che impedisce di capire come i crediti fiscali che sono rimasti incagliati possano essere monetizzati e utilizzati, creando liquidità da mettere a disposizione per le aziende e i committenti che hanno optato per lo sconto in fattura”. Secondo Lombardo, insomma, “si delinea una crisi di liquidità delle aziende edili che hanno anticipato i costi dei fornitori, dei progettisti e dei subappaltatori, facendo ricadere su di loro anche i crediti fiscali che al momento nessuno riesce a comprare, scatenando tensioni tra proprietari, condomini e imprese, che si trovano in una situazione di stallo con cantieri incompiuti”. “A questo punto”, rileva il presidente di Federterziario, “ritengo che sia necessario implementare velocemente la piattaforma proposta nel febbraio 2023 in cui si prevedeva che lo Stato obbligasse le società energetiche partecipate, Poste e Cassa Depositi e Prestiti ad acquistare i crediti fiscali, o a dedicare loro una parte di budget, perché purtroppo la sola colpa delle imprese è stata quella di dare fiducia ad una normativa che dava la possibilità di effettuare lavori con questo tipo di procedura che oggi, invece, è stata bloccata e rischia di far saltare in aria molti imprenditori. Serve, quindi, necessariamente una indicazione da parte dello Stato in questa direzione, paventata all’inizio del Governo Meloni ma mai concretizzata”.
Lombardo cita poi una indagine di InfoCamere sul registro delle imprese delle Camere di Commercio secondo la quale sono oltre 11mila le imprese aperte e cessate nell’arco di tre anni, corrispondenti esattamente all’introduzione del superbonus con il decreto Rilancio e alle limitazioni imposte di decreto in decreto: “Non mi sento di etichettarle come sprovvedute, sono peraltro imprese che ad oggi, l’unica cosa che potrebbero fare è portare i crediti in compensazione – se la situazione economica di ciascuna glielo consentisse – dato che secondo la normativa attualmente in vigore, i crediti fiscali non possono essere utilizzati neanche per compensare eventuali debiti con l’erario”. Federeterziario, costituita dallo scorso anno anche in provincia dell’Aquila, si occupa da 30 anni di supportare 90mila piccole e medie imprese italiane del settore del terziario, dei servizi, della piccola impresa industriale, commerciale, agricolo e delle libere professioni e del lavoro autonomo in generale.