Sulmona. Nella terra ovidiana, racconti poetici sgorgano di maestosa bellezza e racchiudono l’importanza di un passato culturale intramontabile, dove regna anche una preziosa leggenda sita nella località sulmonese di “Fonte d’Amore”, rinnovando alla memoria il Sommo poeta Publio Ovidio Nasone. Ai piedi del sinuoso monte Morrone, in prossimità dell’abbazia di Santo Spirito e dell’eremo di Sant’Onofrio, si trova la “Fontana dell’Amore”. Essa ha un profilo molto umile e spartano, senza laboriose lavorazioni, poiché nel leggendario emotivo, rappresenta l’essenziale nutrimento di acque “miracolose” che suggellerebbero l’eterno amore.
Restaurata molti anni fa a seguito di scabrosi atti vandalici, era tornata ad essere ammirata da tanti passanti che si concedevano una piacevole sosta ossigenandosi della quiete circostante. Ma ad oggi, questa misteriosa struttura degli “incantesimi amorosi” che rivela inoltre delle particolari facoltà magiche e dei grandi poteri afrodisiaci, non vanta l’usufruibilità delle acque, evidenziando bensì un deterioramento che non rende giustizia alla sublime essenza in essa profusa. Ma nonostante questa spiacevole attualità, di cui auspichiamo provvedimenti beneficiari, la sua storia continua a regalarci l’espressione di un tempo che ripercorre la vita del poeta. Ovidio nato a Sulmona nel 43 a.C. era fortemente innamorato di Corinna (personaggio simbolico degli “Amores”), con la quale aveva numerosi incontri d’amore proprio dove oggi è situata la fontana; fontana di cui non si conosce precisamente la datazione di compimento. Il sommo poeta, raccontava quanto fosse arduo incontrare la sua amata poiché ogni volta doveva mettere a repentaglio la sua vita attraversando il fiume Vella che, ai tempi, possedeva acque molto fluenti e pericolose. Ma focalizzando l’attenzione sulla fontana e sulle narrazioni tratte da antiche credenze, sembrerebbe che bere cinque sorsi di acqua attinti da essa indurrebbe proprio all’amore indissolubile. Si tratta dunque, di una struttura apparentemente inespressiva, costituita da un semplicissimo muro rettangolare in conci di pietra e con una cornice squadrata nella parte superiore che ne circoscrive l’immagine della stessa, ma al contempo, racchiude un importante messaggio, ovvero che bisogna guardare oltre le nostre percezioni visive per assaporarne la vera identità, poiché in una paesaggistica di quiete, che si distanzia dal traffico cittadino, risiede la ricchezza autentica legata al sentimento più prezioso, quale l’amore umano.
Potremmo quindi definirla “la fontana del buon sentimento universale” che disarma l’uomo da ogni forma di malvagità lasciandolo cedere nella purezza affettiva incondizionata. Infatti, soffermandoci sul retro della stessa, possiamo leggere delle interessanti incisioni identificarie che ne intensificano un profilo liberatorio dal male: “Fontana della vittoria” accompagnate dalle date 1838 e 1919, rievocando bensì, la conclusione della prima guerra mondiale.
Nel silente spazio che accoglie la fontana con questa meravigliosa storia, troviamo ai margini due tabelle dedicate proprio al poeta latino: “Pars me Sulmo tenet Paeligni tertia ruris parva, sed inriguis ora salubris aquis” (Sono a Sulmona, terzo dipartimento della campagna Peligna, piccola terra ma salubre per le acque che la irrigano) – “Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis, milia qui novies distat ab Urbe decem” (Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque, che dista nove volte dieci miglia da Roma).
Così, nel suggestivo panorama morronese, componimenti romantici flettono su corpose emozioni, lasciando esplorare l’estetica in una sorta di interiorità che attraversa le nostre coscienze, per omaggiarci di un’immagine piena, nutrita dalla maestosa bellezza di un luogo che certamente saprà come raccontarsi sulle vie del futuro, conducendo la storia nell’amore di tutti i tempi. In conclusione, possiamo quindi generare questa analisi trasmessa dalla mia personale percezione: L’amore scolpisce l’odio così come l’acqua dà forma alle rocce. Pertanto, non dobbiamo mai farci spaventare dalle dure apparenze, poiché la gentilezza del cuore è Amore e l’Amore per meritocrazia vince sempre.