Roseto. Grande successo ieri sera per lo spettacolo “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini, alla Villa comunale di Roseto. L’opera buffa del grande pesarese è stata messa in scena dalla Green Symphony orchestra, diretta da Manfredo Di Crescenzo. La regia è di Tonino Simonetti. Sul palco Federico Buttazzo (tenore) – conte d’Almaviva; Alessandro Pento (basso) – don Bartolo, dottore in medicina; Isabella Amati (contralto) – Rosina, pupilla di Bartolo; Jorge Tello Rodriguez (baritono) – Figaro, barbiere; Alessandro Spadano (basso) – don Basilio, maestro di musica; Pietro Pino (baritono) – Fiorello, servitore d’Almaviva; Laura Surricchio (soprano) – Berta, cameriera di Bartolo; Tiziana Perna, pianista accompagnatrice e continuo; Alberto Martinelli, maestro del coro Lirico d’Abruzzo.
La serata, organizzata dall’associazione musicale Rossini, si inserisce nell’Adriatico Music Festival 2019 – Il solista e l’orchestra – XXVI edizione. Direzione artistica di Tiziana Perna. Sul palco la Green Sypmhony orchestra, formata da: violini primi, Melanie Budde, Silvia D’Annunzio, Danilo Pergolini, Paolo Moscatelli, Giulia Cianconi, Silvia Monti; violini secondi: Ervole Ricci, Elena Mashkova, Alessandro Ascani, Gioele Bellagamba; viole: Xhoana Askushaj, Chiara Piersanti, Giuseppe Giugliano; violoncelli: Galileo Di Ilio, Simona Abrugiato; contrabasso: Emiliano Macrini; flauti: Marco Di Domenico, Tazio Piergentili; oboe: Claudio Di Bucchianico; clarinetti: Cristiano Formicone, Luigi Lasalandra; fagotto: Costantino Properzi; corni: Giuliano Melchiorre, Mayra Carullo; tromba: Mario Bracalente; timpani: Alessandra Aloisi e il Coro Lirico d’Abruzzo.
“Il motivo per cui il teatro rossiniano, fin dai suoi inizi”, spiega il direttore d’orchestra, Manfredo Di Crescenzo, “impose una drammaturgia affatto particolare che, nel modo con cui s’organizzava il linguaggio, trovava la sua ragion d’essere ma anche, paradossalmente, una sorta di ancora capace d’impedirne quel naturale evolvere espressivo che di solito costituisce tratto essenziale del teatro davvero grande. La musica rossiniana prescinde da situazioni, caratteri, psicologie in divenire: vive per e di se stessa». «Immaginare una versione del Barbiere originale”, aggiunge il regista Tonino Simonetti, “non era affatto facile ma, rifacendomi all’opera teatrale di Beaumarchais del 1773 ho avuto la chiara sensazione di trovarmi in piena Commedia dell’arte. D’altro canto, l’azione drammaturgica poggia su una base testuale ben congegnata che ha l’unico scopo di far divertire”.