Roma. Presentato, nel corso del convegno Il PNRR alla prova dei territori. Gli scenari di investimento in digitale, sostenibilità e salute, lo studio I-Com Next Reg, che si accompagna al lancio di Next Reg, una nuova iniziativa di monitoraggio e dialogo tra imprese, società civile e istituzioni in tema di attuazione del PNRR nei territori. Promotori dell’iniziativa, l’Istituto per la Competitività (I-Com), Nomos e Open Gate.
Si sono presentati dati territoriali, nel tentativo di fare il punto nei settori interessati dal PNRR, con dei focus, in particolare, su Digitale, Sostenibilità e Salute.
Per quanto riguarda le reti mobili, i dati raccolti da Infratel Italia al 2021 pongono in evidenza che sia stato coperto con rete di quinta generazione il 7,3% del territorio nazionale. Spiccano Emilia-Romagna (14,9%) e Lazio (14,7%), mentre la quota di copertura più bassa si registra in Basilicata (0,5%), Trentino (1%) e Valle d’Aosta (1,4%).
Nel settore salute, lo studio evidenzia che, nel periodo 2015-2020, il Servizio sanitario nazionale ha perso ben 37 istituti di cura pubblici. Tra le regioni del Centro, il Lazio registra il calo più evidente, con la chiusura di 7 istituti di cura (-12%). Seguono l’Abruzzo, con 18 strutture totali in meno (-5,6%) e la Toscana (-2,5%). Nel Centro, scende il numero di posti letto pro-capite nelle Marche (-18%), nel Lazio (-11%) e in Toscana (-6%).
Relativamente al personale sanitario con riferimento, in particolare, alle figure maggiormente coinvolte nell’assistenza territoriale, dal 2015 al 2020 in tutto il Paese si è registrato un calo.
I medici di medicina generale per 10.000 abitanti risultano diminuiti dell’8,6% nel Lazio, del 6,8% nelle Marche, del 2% in Toscana e dell’1,9% in Abruzzo. Nel Centro Italia vi sono 11 IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), di cui 8 nel Lazio (6 privati e 2 pubblici), 2 in Toscana (uno privato e uno pubblico) e uno pubblico nelle Marche. Nessuno in Abruzzo.
Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): buone performance nel Lazio (utilizzato dal 38% dei cittadini, il 34% dei medici e il 35% delle aziende sanitarie) e in Toscana (il 30% dei cittadini, il 12% dei medici e la totalità delle aziende sanitarie). Da rapporto si evince, invece, che in Abruzzo nessun cittadino e nessuna azienda sanitaria ne fa uso (contro il 22% dei medici). Anche nelle Marche si registra una diffusione solo tra una buona parte dei medici (il 47%).