L’Aquila. “Il 25 agosto 2015 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è venuto a L’Aquila per monitorare la situazione della ricostruzione e per parlare di Eccellenza al Gran Sasso Science Institute. Ha incontrato una contestazione che radunava coloro che si oppongono alle politiche che il governo ha perseguito dall’inizio del suo mandato ad oggi: la questione ambientale, dalle trivelle allo sfruttamento del suolo, i comitati che si sono battuti per una Ricostruzione aperta, inclusiva e in cui si valorizzassero complessivamente i saperi chiamati a svolgerla, gli studenti di scuola e università che rivendicavano la possibilità di acquisire conoscenze che potessero influenzare positivamente il tessuto produttivo del territorio senza vedersi inseriti in una deriva aziendalista chiamata beffardamente “Buona Scuola” che, con il ricatto della qualità e dell’eccellenza, si pone in continuità con anni e anni di tagli profusi trasversalmente dagli ultimi governi. Ovviamente, la portata dei contenuti di questa contestazione si è esaurita nel solito raccontino di cronaca montato ad arte intorno alle vicende personali dei militanti, sul sampietrino lanciato da un manifestante e sulla frattura al setto nasale dell’agente a cui ribadiamo la nostra convinta vicinanza. Si è parlato molto meno dell’attivista ferito alla testa dalle manganellate della polizia che dopo aver aperto un varco fra le transenne ha caricato la folla, o della gestione completamente fallimentare dell’ordine pubblico nonostante lo spiegamento di forze. La lettura finisce per essere la stessa del corteo no Expo a Milano, assoluzione politica e successo mediatico di Renzi, colpevolizzazione di chi lo contesta, additato come violento. Noi rifiutiamo questo racconto strumentale esattamente quanto rifiutiamo la violenza come metodo politico in generale. Non rifiutiamo però, anzi rivendichiamo la radicalità dei contenuti che ogni giorno esprimiamo nel costruire un’opposizione sociale a Renzi e al suo Governo. Un Governo che si esprime muscolarmente laddove non trova un consenso aprioristico e acritico. Ebbene, proprio all’indomani del referendum sulle trivelle raccogliamo il dato della denunce a carico dei manifestanti. Quel giorno all’Aquila eravamo in 100, oggi in tutta Italia siamo 15 milioni. 15 milioni di persone che si oppongono alla svendita del territorio e inaugurano una stagione referendaria costruita sulla partecipazione. 15 milioni di persone che alla costruzione del consenso attraverso la repressione in Parlamento e nelle Piazze rispondono con la radicalità dei contenuti nelle città, nelle scuole e nell’università perché sono convinti che è possibile praticare un’alternativa rispetto al Job’s Act, Buona Scuola e alla subalternità della Politica a coloro che sfruttano territorio e popolazione per alimentare un modello di sviluppo che arricchisce pochi e impoverisce tutti. Solidarietà agli attivisti denunciati, solidarietà a tutte le vittime della repressione del dissenso come 3e32, realtà e movimento fondamentale per la rinascita e crescita del senso di appartenenza della cittadinanza e comunità Aquilana, che si vede processato questo venerdì aumentando sempre di più la mera speculazione strumentale da parte delle strutture governative impegnate a cacciar le streghe piuttosto che occuparsi di situazioni sensibili e fondamentali come il processo per omicidio colposo e lesioni che ha come imputato Guido Bertolaso, rischiando che il tutto cada in prescrizione. A sostegno dei 12 attivisti che verranno processati invitiamo tutti a prendere parte al processo venerdì 22 Aprile alle 10:30.” così in una nota Studenti Indipendenti L’Aquila e Unione degli Studenti L’Aquila.