Pescara. Due occhi grandi e un sorriso disarmante, ha superato brillantemente l’esame da privatista di terza media con il massimo dei voti. Elisa, un nome di fantasia per una vicenda purtroppo reale, è una ragazza disabile serena, vive con la madre e il padre in una bella casa nella provincia di Pescara, una casa da dove il Tribunale dei minori dell’Aquila vuole allontanarla, accusando i genitori di evasione dall’obbligo scolastico.
“Quella di Elisa”, racconta l’avvocato pescarese Anna Olivieri, “è una delle 1.500 famiglie che in Abruzzo hanno scelto legittimamente il percorso dell’istruzione parentale, nello specifico l’istruzione familiare che non ha obbligo di iscrizione a una scuola pubblica e prevede un unico esame a fine ciclo, con il controllo diretto del sindaco del Comune di appartenenza”.
Nei giorni scorsi, dall’Aquila è arrivato un nuovo decreto di allontanamento, nonostante i genitori di Elisa siano già stati assolti dal Tribunale di Pescara; sul provvedimento è già pronto un reclamo di Olivieri, referente nazionale per le associazioni che si battono per il diritto, riconosciuto dalla Costituzione, di assicurare un’istruzione ai figli in alternativa alle scuole pubbliche, carenti, a loro dire, nella tutela da atti di bullismo, nella qualità dell’istruzione o non in grado di sostenere i disagi legati a particolari disabilità.
“I genitori di Elisa hanno sempre dichiarato di avvalersi dell’istruzione parentale”, recita il reclamo presentato alla Corte d’Appello dell’Aquila, “e hanno certificato, attraverso gli esami di fine anno, i risultati ottenuti, peraltro con il massimo dei voti. Con sentenza del 22.10.2018, inoltre, il Tribunale di Pescara si era già pronunziato sul punto, dichiarando non sussistere alcun reato a carico dei genitori per il mancato assolvimento dell’obbligo scolastico”. Non ci sono, dunque, inadempienze, ma l’attenzione da parte delle competenti autorità si è andata via via spostando su aspetti secondari sui quali i genitori di Elisa non avrebbero mai fatto mancare il loro sostegno. Oggi la ragazza ha quasi 16 anni, prosegue regolarmente il suo percorso formativo, ha un medico di fiducia che la segue e non vive in uno stato di disagio.
“Quella dell’istruzione parentale è una grande opportunità”, dichiara la mamma di Elisa, “e noi abbiamo tutto il diritto di assicurare a nostra figlia l’istruzione che riteniamo più opportuna, al di là dei problemi di salute che, quotidianamente, curiamo con ottimi risultati, garantendo i legami sociali attraverso attività sportive”. Sui pregiudizi dovrebbe prevalere la capacità di valutare che Elisa ha tutto ciò di cui ha bisogno, fanno notare i genitori, che per questo, dicono, continuano a combattere, “nonostante l’accanimento di certe istituzioni”.