Chieti. “Un altro studente universitario ha scelto di togliersi la vita. 29 anni, studiava a Chieti. Aveva mentito sulla situazione accademica e il suo malessere lo ha portato ad un gesto estremo. Pressione sociale, paura di fallire, sensi di colpa, bugie, il mondo universitario è diventato sempre di più un luogo di depressione e ansia quando dovrebbe essere una fucina di idee, studio, curiosità e approfondimento.
E invece no, siamo ben lontani dal come dovrebbe essere. Serve un cambio di rotta: più servizi per il benessere
psicologico; una nuova visione di università dove vengono rispettate le persone per le loro competenze e
qualità, decostruendo la narrazione meritocratica e la retorica delle migliori. Non possiamo più restare fermi
davanti a tutto questo. Servono soluzioni strutturali subito. Non si può morire di università”. Lo scrive l’Unione
degli Universitari nazionale e abruzzese.