L’Aquila. Avrebbe utilizzato una pistola regolarmente denunciata il medico aquilano Vicentini per sterminare la sua famiglia. E’ una delle indiscrezioni emersa nella fase dei primissimi rilievi che la Polizia sta effettuando sul posto insieme al magistrato di turno Guido Cocco.
Il professionista ha ucciso il figlio Massimo 43enne, disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, 36enne, e la moglie.
Sono al vaglio il movente e le circostanze: non è ancora chiaro se si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato. Vicentini, 70 anni, era primario del reparto di urologia dell’Ospedale Civile Giuseppe Mazzini di Teramo.
La strage risalirebbe ad almeno 24 ore prima della scoperta dei cadaveri da parte delle forze di polizia, avvenuta intorno all’ora di pranzo.
L’ultimo contatto telefonico, su una piattaforma social, con uno dei membri della famiglia risalirebbe alle 13.30 di ieri. A scoprire la tragedia sono stati alcuni amici e parenti che hanno deciso di cercare la famiglia nella villetta, che è stata aperta con una copia delle chiavi in possesso ad uno dei parenti. Al momento gli inquirenti stanno
ascoltando le testimonianze dei vicini.
Strage all’Aquila, medico uccide l’intera famiglia e si suicida: era primario all’ospedale di Teramo