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Storie di tradizione e amore, apre al pubblico la casa dei bisnonni e ne fa un museo

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
29 Marzo 2024
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Raiano. Apre al pubblico la casa dei bisnonni, dove lui stesso è nato, per farne un museo del rame e vi espone 200 oggetti di cui è andato meticolosamente in cerca in tutta Italia per quasi due decenni.

Lui è Antonio Tronca, insegnante di matematica e scienze in pensione, che nell’abitazione degli avi ha ricostruito i diversi ambienti in cui si svolgeva la vita agreste di un tempo. Il museo, aperto ufficialmente da oggi, si trova a Raiano, paese di 2630 abitanti a 15 km da Sulmona, sul tracciato dell’antico tratturo Celano-Foggia. “Ecco il focolare con i tegami, le pentole, le padelle, i calderoni, i mestoli – illustra Andrea Giampietro, scrittore e operatore culturale di Sulmona – e soprattutto le conche, da quella abruzzese a quella ciociara, da quella di Agnone e quella detta ‘sulmontina’, probabilmente perché fabbricata a Sulmona, con il relativo ‘concaro’: un particolare stipo addossato alla parete della cucina su cui si poggiavano le conche. E ancora la camera da letto con lo scaldapiedi e lo scaldaletto, formato da un braciere in rame e un ‘prete’ in legno, ossia un telaio di assi ricurve unite agli estremi entro cui era posto il braciere. E poi la cantina con il torchio, la vasca, gli imbuti, i bigonci e la pompa irroratrice”.

 

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Un museo che Tronca ha voluto intitolare all’ultimo ramaio del territorio, Fioravante Baglione, scomparso nel 1967, che operò all’Aquila e poi a Raiano fino agli anni Sessanta del secolo scorso, partecipò a mostre ed esposizioni in Italia e all’estero e fu insignito della Medaglia d’Oro in occasione dell’Esposizione internazionale di Arte Commercio Scienza e Industria del 1922. “Perché è scomparso il mestiere del ramaio? Anzitutto perché essendo tossico, il rame, soprattutto per farne oggetti da cucina, bisognava stagnarlo – spiega Tronca – Lo stagno è soggetto a consumarsi perché fonde a temperatura di gran lunga inferiore a quella del rame, che in definitiva è stato soppiantato dall’alluminio prima e dall’acciaio inossidabile poi. Ma vengono prodotti ancora costosissimi strumenti da cucina in rame, come le risottiere per ristoranti d’élite”. Allestito dallo scorso dicembre, ma finora aperto solo su chiamata, il Museo del rame di Raiano apre le porte ufficialmente, da oggi, due giorni a settimana, il giovedì e il sabato dalle 16 alle 18, oltre che su prenotazione anche nei festivi. L’ingresso è a offerta libera.

Tags: museoraiano
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