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Storie di successo #17 – L’azienda agricola di Francesco Angelucci e figli

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
22 Settembre 2020
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In foto, da sinistra: Matteo Angelucci, Francesco Angelucci, Gennaro Angelucci e Alessio Angelucci.

Luco dei Marsi. In questa nuova puntata di “Storie di successo”, abbiamo deciso di raccontare una storia imprenditoriale legata al Fucino e alle tradizioni agricole marsicane. Protagonisti sono Francesco Angelucci e i suoi tre figli, Gennaro, Alessio e Matteo, propietari dell’azienda agricola “Fratelli Angelucci”.

La nostra intervista è stata realizzata nel luogo chiave di questa realtà storica, la sede su Strada 43 del Fucino dove ci ha accolto Francesco, il fondatore dell’azienda. I Fratelli Angelucci operano, ad oggi, su circa 65 ettari di terreno dai quali ricavano svariati prodotti, il più importante è senza dubbio la patata del Fucino.

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Francesco, come e quando è nata l’impresa agricola Angelucci?

“Era il 1976, esattamente 44 anni fa, quando decisi di abbandonare il lavoro presso lo zuccherificio di Avezzano per dedicarmi alla mia passione: l’agricoltura. Dopo il diploma, come molti giovani facevano all’epoca, iniziai il lavoro nell’impianto produttivo di Avezzano ma, appena ebbi la possibilità, decisi di passare al lavoro che veramente mi appassionava. Venivo da una famiglia contadina, già prima di aprire la mia attività avevo lavorato nel Fucino scoprendo che questo era il lavoro che mi appassionava. Oggi, nell’azienda di famiglia sono impiegate ben due generazioni. Per me non è solo lavoro, è più  una passione e così l’ho trasmessa ai miei figli.  Oggi, in molti lavorano nel Fucino pensando che non serva una formazione specifica e che sia quindi “facile”. È invece fondamentale, secondo me, lavorare con una formazione adatta per saper sfruttare al meglio ogni situazione.

Indubbiamente, un elemento essenziale per fare bene questo lavoro è voler bene al proprio territorio e al proprio terreno. Con la terra è un dare e avere, bisogna trattarla bene altrimenti è normale che i prodotti non vengano come uno li desidera.

Quante persone lavorano per voi ,tra fissi e stagionali , ad oggi? 
Siamo una bella realtà, direttamente impieghiamo otto persone più noi di famiglia. I lavoratori sono metà locali e metà stranieri, la maggior parte dei quali lavora con noi da circa dieci. Ormai questi ragazzi hanno famiglia qui e si sono ben integrati con l’azienda e con la comunità di Luco.

Quali prodotti producete maggiormente e su quali mercato finiscono?
I nostri prodotti vengono per la maggior parte acquistati dalla grande distribuzione, finendo sulle tavole di tutta Italia. Produciamo per lo più patate precoci, patate di varietà specifiche come la innovator, carote, finocchi e cavoli. Il tutto per far ruotare e rigenerare il terreno secondo una corretta rotazione agricola. Parlando del nostro prodotto di punta, le patate, annualmente ne produciamo circa 15 mila quintali.

Coltiviamo patate su un terreno giovane rispetto ai concorrenti europei, il che è un grande vantaggio. Lo svantaggio è che siamo un territorio piccolo dove in molti lavorano e cercano di produrre reddito da questa attività, non pensando che maggiori raccolti di minor qualità alla fine hanno solo l’effetto di spingere al ribasso il prezzo del bene nel settore. Per questo motivo preferiamo differenziarci dagli altri e puntare sulla qualità, anche con un solo raccolto annuo.

E dell’Igp per le patate cosa ne pensi? 
Nell’Igp bisogna crederci. Secondo me bisognerebbe istituirlo per poi avviarne la produzione con una rotazione obbligatoria di cinque anni, alternando le patate al grano per rigenerare il terreno ed avere un Igp che sia di alta qualità e differente dal prodotto classico.

La tua è una realtà affermata, quali sono secondo te le prospettive future del settore?
Oggi è più difficile, rispetto a quando ho iniziato io, fare l’imprenditore agricolo. Con i vegetali geneticamente modificati, le serre e le importazioni, la concorrenza è ormai tanta e in tutte le stagioni. Fucino produce prodotti di alta qualità, questo sarà il punto di forza su cui continueremo a puntare. Nel mio immmaginario spero che i miei figli e nipoti continuino l’attività che ho fondato nella migliore delle situazioni e con la preparazione giusta che questo lavoro richiede.

 

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