L’Aquila. Un incontro questa mattina all’IIS, “Da Vinci Colecchi”, nell’ambito delle iniziative per la Giornata mondiale dell’acqua, per un momento formativo sulla storia degli acquedotti e sui sistemi di monitoraggio della qualità dell’acqua.
I ragazzi hanno risposto al test per le buone pratiche sul risparmio idrico redatte dalle Nazioni Unite di cui si discuterà in un incontro finale al quale parteciperanno anche i Sindaci soci.
Risale al 1308 il primo degli acquedotti aquilani, la cui storia è stata ripercorsa questa mattina dal prof. Maurizio Leopardi, nell’Aula Magna dell’Istituto Industriale Statale “Da Vinci – Colecchi”, nell’ambito delle iniziative per la Giornata mondiale dell’Acqua.
La lezione è stata tenuta alle classi terze e quarte dei Geometri e dell’Agrario, alla presenza della dirigente scolastica, Elisabetta Di Stefano, del prof. Giampiero Negrini e del presidente della Gran Sasso Acqua, Alessandro Piccinini, che ha salutato i ragazzi ricordando loro “l’importanza delle conoscenze per migliorare i nostri stili di vita, vi parleremo anche dei sistemi di sicurezza a salvaguardia delle nostre acque e aspettiamo i vostri suggerimenti – ha detto – con le azioni che proporrete per il risparmio idrico e che condivideremo in un incontro finale anche con i Sindaci soci”.
Il professor Leopardi ha descritto in 40 diapositive l’evoluzione dei nostri acquedotti nei secoli, quando l’acqua veniva distribuita in punti pubblici dove si andava ad attingere con le conche. “Nel 1855 nasce l’acquedotto di San Giuliano ed ancora nel 1922 quello di Pile – ha spiegato – quindi l’importantissimo progetto del Chiarino le cui sorgenti naturali alle pendici del Gran Sasso furono incanalate dentro un’opera architettonica, per poi arrivare all’Aquila nel serbatoio di San Giuliano e servire negli anni anche le zone di Lucoli, Tornimparte, Roio, Vigliano e zone limitrofe”.
E’ degli anni cinquanta il Piano generale degli acquedotti che stimò il fabbisogno giornaliero in 80 litri al giorno di acqua per abitante, in quegli anni nacque l’acquedotto della Ferriera che dal Fucino raggiunge il serbatoio nella parte alta del Torrione, per arrivare negli anni settanta alla scelta, nell’ambito dei lavori per il traforo del Gran Sasso, di convogliare l’enorme flusso di acqua in tubature laterali per 1 chilometro e 360 metri di galleria sotto il traforo, in una serie di uscite in distribuzione per servire L’Aquila centro e i territori circostanti.
“La nostra acqua arriva ai rubinetti di 170mila persone nella zona ovest ed est della città fino ai confini con Sulmona” è intervenuto poi il direttore tecnico di Gran Sasso Acqua, spiegando i controlli di sicurezza delle acque alle sorgenti. “Con il telecontrollo posso vedere anche dal cellulare, in tempo reale, la qualità e la disponibilità dell’acqua. Il monitoraggio è effettuato con un team di biologi – ha spiegato Di Gregorio – reperibili 24 ore su 24.
Controlliamo dei parametri cosiddetti “spia” che sono torbidità, idrocarburi e conducibilità, i prelievi vengono effettuati in corrispondenza delle candele ogni 4 minuti, dopo 3 minuti abbiamo le risposte quindi ogni 7 minuti so se l’acqua è buona e 4 ore prima che l’acqua vada in distribuzione, in caso di allerta riceviamo un sms e nel caso attiviamo l’unità di crisi”.
“Abbiamo anche un gascromatografo – ha aggiunto il direttore – ogni 40 minuti sappiamo esattamente cosa c’è nell’acqua, molto al di sotto delle 4 ore di tempo perché arrivi ai rubinetti e gli analizzatori nei nostri laboratori di Assergi, presenti fin dall’inizio della nascita dell’acquedotto, che danno risposte in 50 minuti sulla presenza di cianuri, nitriti e carbonio organico con tutto il tempo necessario ad agire, in caso di contaminazioni. Sono i tre sistemi di garanzia di qualità”.
La giornata didattico formativa si è conclusa con il test, sulle buone pratiche e su proposte per il risparmio idrico, distribuito ai ragazzi che saranno discusse in un confronto pubblico al quale parteciperanno anche i Sindaci soci.