Ortona. “Antistorica e pericolosa” per Ortona (Chieti) la scelta del Gpl. Lo affermano le associazioni ambientaliste secondo cui “l’esercizio della democrazia diventa folklore, Ortona dice ‘No’ al grande deposito di stoccaggio in area portuale, il mondo sta andando da tutt’altra parte: basta con il tempo perso, subito il Parco nazionale della costa teatina”. Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, Rete di Cittadini e Associazioni per Ortona, Associazione Abruzzo in Movimento, Associazione b&b Parco Maiella Costa Trabocchi, Associazione Osservatorio Ambiente, Legambiente Abruzzo e Wwf, ricordando la mobilitazione dei cittadini, hanno sottolineato che “il rischio zero non c’è, anzi molte sono le pericolosità emerse sull’opera, dall’area di stoccaggio alla viabilità e logistica”. “Troppe le incognite hanno aggiunto ma anche la consapevolezza di come il mondo si sta allontanando dalle fonti fossili, per investire sempre più su efficienza, energie rinnovabili e mobilità elettrica”. “Le giuste preoccupazioni in merito a uno stoccaggio di ben 25.000 metri cubi di gas di petrolio liquefatto, equivalenti a 13.500 tonnellate, che a pieno regime arriveranno a 250.000 tonnellate anno hanno sottolineato gli ambientalisti non possono essere tacitate. Ci si chiede anche cosa nascondano i mega progetti del porto volti a favorire la movimentazione di merci e navi da crociera ma ad oggi si discute solo del progetto della Seastock, ovvero come si pensa di fare turismo con uno scenario di questo genere? La sensazione è che i 53 milioni al porto di Ortona del Masterplan, vengano dati solo per favorire interessi di pochi. Una fotografia della realtà a dir poco triste”. “Oggi hanno annunciato le associazioni ci sarà alle 18, un consiglio comunale interamente dedicato allo stoccaggio del Gpl, invitiamo quindi il sindaco e tutti i consiglieri comunali ad esercitare una scelta politica forte sul futuro di Ortona, ad ascoltare la città che è ben consapevole sulle vere economie del futuro, a dire con fermezza che sicurezza si vuole dare alla cittadinanza e perché si dovrebbe assumere il rischio quotidiano di uno scenario economicamente antistorico, ad alto rischio e dannoso per l’incolumità degli stessi cittadini”.