L’Aquila. Archiviato il risultato elettorale europeo che ha visto in tutto il Paese un’affermazione storica del Pd e lo spostamento dell’asse europeo verso l’Italia, si scaldano i motori per lo spoglio delle schede del voto regionale. Gli abruzzesi si sono recati alle urne con un’affluenza del 65,7% per scegliere il nuovo Governatore, per rinnovare il consiglio regionale e cento consigli comunali. Un’esercito di candidati che aspetta di conoscere l’esito di una tornata elettorale che certo non mancherà di riservare sorprese. In Abruzzo il Pd è il primo partito, ma l’affermazione è meno imponente rispetto al dato nazionale, si passa infatti dal 40,8% del dato nazionale al 32,3% di quello regionale seguito dal risultato, pure sorprendente, se si considera il flop nazionale, del M5S che conquista un importante 29,7%. Si ferma al 18,6% Fi e resta inchiodato intorno al 5% il NcD di Filippo Piccone che nella corsa all’Europa ha ottenuto quasi 42.000 voti che lasciano l’amaro in bocca perché non sufficienti a conquistare il seggio. Il sogno europeo si ferma a Celano, da dove era partito, alla conquista del consenso di tutta l’Italia meridionale. Mancano all’appello i voti del territorio, i voti di chi avrebbe dovuto, come ha più volte chiesto in campagna elettorale lo stesso Piccone, scommettere su una storica opportunità per tutta la regione.