Pescara. Chiesta una condanna a un anno e due mesi di reclusione per Claudio Di Paolo, ex sindaco del Comune di Brittoli (Pescara), che deve rispondere di appropriazione indebita, perché – secondo l’accusa – avrebbe utilizzato a fini privati una parte dei soldi che un emigrato del luogo gli affidò per investirli nella zona. Con la stessa accusa era stata rinviata a giudizio anche la moglie dell’ex sindaco, Cristina Pace, per la quale è scattata la prescrizione. L’appropriazione indebita, contestata ai due coniugi, ammonta complessivamente a circa 800 mila euro.
Questa mattina, davanti al giudice del tribunale monocratico di Pescara, Francesca Manduzio, si è svolta una nuova udienza, nel corso della quale è stata formulata la richiesta di condanna. Presenti i legali della difesa e della parte civile, con questi ultimi che assistono i familiari dell’emigrato Franco Silvestri. Silvestri lasciò giovanissimo l’Abruzzo e in seguito diventò milionario, facendo fortuna alla guida della società Silvestri Investments, attiva soprattutto in Canada e in Florida. Rimasto sempre legato alla sua terra d’origine, l’uomo decise di investire 4 milioni di euro nella zona, affidando una procura speciale, per un importo fino a cinque milioni di euro, al sindaco del tempo Di Paolo. Il caso approdò in tribunale dopo che vari cittadini di Brittoli riferirono a Silvestri che l’ex sindaco aveva iniziato a vivere nel lusso, acquistando appartamenti, auto ed anche un bar.
A quel punto scattò l’inchiesta della Procura di Pescara, a carico di Di Paolo e della moglie, mentre nel 2012 arrivò la revoca della procura a favore dell’ex sindaco da parte del milionario emigrato. Sulla base di quanto ricostruito dall’accusa, Silvestri nel 2003 avrebbe costituito, con i suoi tre figli ed il genero, la Costruzioni Trulli & C, allo scopo di realizzare circa 160 unità abitative tra i comuni di Spoltore (Pescara), Cepagatti (Pescara) e Montesilvano (Pescara), e avrebbe affidato la gestione del lavoro all’ex sindaco. Secondo l’accusa, nell’arco degli anni, Di Paolo si sarebbe appropriato di circa 580mila euro che dovevano servire a pagare i lavori appaltati a due società ma – sempre secondo l’accusa – “in realtà oggetto di fatture appositamente gonfiate”.
A giudizio del pm, inoltre, l’ex sindaco, insieme alla moglie, si sarebbe appropriato di pacchetti di viaggio turistici, acquistati in un’agenzia di viaggi di Cepagatti, per un valore di circa 80 mila euro. Pacchetti che invece sarebbero dovuti servire per i clienti della società Costruzioni Trulli & C. La sentenza è prevista per il prossimo 31 ottobre.