L’Aquila. Sospensione, fino al prossimo 3 aprile, di messe, nozze, battesimi, funerali, catechismo e attività formative e pastorali con le celebrazioni a porte chiuse, senza la presenza di fedeli, per
le quali si consiglia la partecipazione a distanza attraverso i moderni mezzi della comunicazione sociale. In questo quadro le chiese rimarranno aperte, pur nel rispetto delle regole di prevenzione, ed i sacerdoti nel limite del possibile e nei modi prescritti, rimarranno sul campo, a disposizione dei fedeli che volessero ricevere la comunione, confessarsi o avere colloqui riservati.
L’arcivescovo metropolita dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, ha fatto il punto in seguito al recepimento dei provvedimenti del Governo e della Conferenza episcopale Italiana (Cei) e della Conferenza episcopale Abruzzo e Molise (Ceam) emanati per l’emergenza coronavirus.
“La diffusione del contagio da coronavirus rappresenta una grave minaccia per l’intera popolazione (a livello nazionale e planetario)”, ha piegato Petrocchi, “la controffensiva a questo pericolo
incombente richiede lo ‘stato di allerta’ delle coscienze e l’adozione unanime di comportamenti adeguati. E’ il tempo della co-responsabilità, cioè di una convergenza di pensiero e di azione che postula un impegno al plurale, nel segno del buon Noi. Sono persuaso che, sostenuta dalla propria fede, temprata nei secoli dal confronto resiliente con gravi prove, la comunità aquilana si dimostrerà, anche questa volta, esperta nel sostenere l’impatto con difficoltà oscure ed impreviste. L’addestramento, avuto nel corso della propria storia, a reagire con dignità e perseveranza alle avversità, le consentirà di riuscire vincente in questa sfida, facendo leva sull’aiuto della grazia e con la forza proveniente dall’unità delle menti e dei cuori. Partecipiamo alla sofferenza dell’intera Nazione, condividendone rinunce e privazioni, ma anche siamo interamente coinvolti nello slancio, carico di speranza, verso il pieno superamento di questa insidia dolorosa”.